In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Come vuoi tu. Come dici tu, deve essere l’altro. Non deve cambiare, ostacolare, rovinare il tuo sogno, la tua idea, il tuo pensiero.
A tuo uso e consumo. E se non è così, va ripudiato. Buttato, gettato via, scartato. Usato e scartato. Consumato.
Non ti sposi solo tu. Si sposa la tua carne e forma una sola carne. Si sposa il tuo cuore, e forma un solo cuore. Si sposa la tua anima.
La tua metà, sposa l’altra metà. Altra, da te. Opposta, a te. Pensata, per te. E forma una cosa intera. Che prima non c’era.
Se ci metti in mezzo Gesù. Se lasci che il tuo cuore vada a lui, come un bambino. Se ti lasci abbracciare, consolare, amare da lui, come un bambino.
Allora riesci a consolare l’altro. Allora riesci ad amare l’altro. Allora riesci ad abbracciare l’altro.
E ce la fai.