In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Chiunque di voi, non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. E tu, cosa dai ?
Niente.
Non ti ci sprechi. Non ti ci metti. Non ti ci butti. Non ci stai proprio. Figurati amare.
Per te, conta poco. Ci stai, per poco. Non più di tanto. Perché ti puoi stancare. Figurati rinunciare.
Per te, la strada è tua. Non ti deve ostacolare. Non ti deve impedire. Non ti deve fermare. Figurati seguire.
Tutto.
Gesù è Dio. Dio è tutto. E per te, è tutto.
Per te, conta di più. Di più di tutti. Più di te. Per te, viene prima. Prima di tutti. Prima di te. Per te, è davanti. Davanti a tutto. Davanti a te. A te, ti ha dato tutto. E gli dai tutto. Anche te.
E non lo lasci. E non lo molli. E non lo lasci andare. E non te lo fai scappare. A qualunque costo. A tutti i costi.
E lo segui, fino infondo. Fino, in Paradiso.