In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Il tuo pezzetto di terra. Quello che sei, quello che hai, quelli con cui stai. Ti è stato dato, prestato, affittato. Per coltivarlo, per dare i frutti. I frutti di Dio. È la terra di Dio. È il Regno di Dio.
Ma tu lo hai fatto tuo. Ti sei fatto padrone, ti sei fatto re, ti sei fatto Dio. Lo vuoi avere, possedere. Da solo. Tutto.
Lo hai fatto di tua proprietà, di tuo dominio, tuo e basta. Nessuno ti deve disturbare. Nessuno ti deve ostacolare. Nessuno lo deve volere, nessuno lo deve chiedere. Neppure il padrone, neppure Dio.
E così lo elimini. Lo fai fuori. Lo annulli dalla tua vita, dal tuo cuore. Lo neghi, lo cancelli, lo scarti. Scarti Dio, perché non è tuo.
Quando viene Dio e ti manda i suoi inviati, non li vuoi. Li distruggi, li calpesti, li uccidi. Sono d’inciampo, sono di ostacolo al tuo regno. Ti ricordano che non è il tuo. Ti ricordano Dio.
Allora il Padre manda il Figlio suo. Ma tu non hai limiti. Anzi, proprio lui, vuoi eliminare. Perché è l’erede. Colpisci al cuore, Dio. Così avrai tutto quello che è suo. Tutto sarà tuo. Più di prima.
Hai abbandonato Dio, hai scartato il Figlio di Dio. Il tuo terreno lo hai avvelenato con la tua invidia. Lo hai bruciato con la tua rabbia. Lo ha inaridito con la tua indifferenza. E non da più frutto. Non può più dare frutto.
L’uva, per cui è stato preparato, non c’è. Ci sono solo acini acerbi, aciduli, acidi, secchi. Frutti morti. La vigna l’hai calpestata, è diventata un deserto. Ci sono cresciuti i rovi e i muri. Hai calpestato la vigna di Dio. Il Regno di Dio.
La pietra scartata, il Figlio di Dio scartato, è diventata testata d’angolo. E’ la pietra angolare, su cui puoi ricostruire la casa, che ti permette di ricostruire la casa. La tua vera casa.
Ti permette di ritrovare il fratello scartato, la parte di te scartata, il tuo cuore scartato. E la tua terra.
E i frutti di Dio.