In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Pensi al re, coperto d’oro. Vestito d’oro. Su un trono di pietre preziose. Luccicante, accecante, trionfante. Invece vedi il Figlio di Dio, li, sulla croce. Spogliato, umiliato, trafitto. Abbandonato. Non sembra un re agli occhi del mondo.
Quella non è la sua disfatta. Quella non è la sua rovina. Quello è il trionfo e la croce è il suo trono.
Il Figlio di Dio è il Re dei Re. È il Re dell’universo. Il Re del cielo della terra, del visibile e dell’invisibile. Il centro di tutto. Tutto è stato creato in lui, per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è il primo di tutte le cose e tutte le cose esistono in lui.
Con la sua croce ha riunito, integrato, ricongiunto, l’orizzontale con il verticale. La terra con il cielo. Il visibile con l’invisibile. Con la sua croce ha riconciliato in sé, tutte le cose. Ha liberato e santificato in sé, tutte le cose. In lui, tutto si è compiuto.
Davanti alla croce, puoi essere come il popolo. Che sta li a guardare. Senza partecipare, senza soffrire, senza capire. Puoi essere come i capi, che lo sfidano, che lo provocano, che lo invidiano. Puoi essere come i soldati che lo deridono. Puoi dargli l’aceto, essere acido, pungente, irritante, perché non scende al tuo livello. Perché è fuori dal tuo controllo.
Come uno dei ladroni, puoi stare sulla croce vicino a lui, a fianco di lui. Come lui. Non ti rendi conto che è un posto privilegiato. Invece se lì, incattivito, arrabbiato, umiliato. Perché vuoi essere vincente, esaltato, esonerato dalla croce. E vuoi così, anche lui. E lo insulti, lo attacchi, per farlo scendere dalla croce. Per fargli ripudiare la croce. Vuoi che scenda, per far scendere anche te. Vuoi che fugga, per far fuggire anche te. Ma così fuggi anche da lui, e non ti salvi.
Come l’altro ladrone, puoi stare sulla croce vicino a lui, accanto a lui e renderti conto che è un posto privilegiato. Puoi sentirti parte di quel mistero. Puoi riconoscerti peccatore, fragile, debole, imperfetto. Puoi riconoscere Gesù senza colpa, senza difetto. Come Figlio di Dio.
Puoi stare con lui. Puoi cercare il suo sguardo. Puoi farti guardare da Dio. Puoi fare entrare nei tuoi occhi, il suo sguardo. Puoi fare entrare in te, il Volto di Dio.
Puoi dire anche tu: Tu sei il re del cielo della terra. Portami con te. Fammi stare con te, tienimi nel tuo cuore, quando entrerai nel tuo Regno. E lui ti risponderà: In verità, oggi, sarai con me, in Paradiso.
In Paradiso. Nel Regno di Dio, in Dio, qui sulla terra e poi nel cielo. Per sempre.