Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti.” E per te, quel pane, è il corpo di Gesù ?
Non è il suo corpo.
Ti dicono che non può essere. Che non ci può stare. Che non si può fare. Perché non lo possono fare loro. Perché non ci stanno loro. Perchè non è, loro. Ma loro, non sono Dio.
Ti dicono che è a metà. Se tu lo vuoi. Se tu lo pensi. Se tu lo senti. Dipende da te. E tu dipendi da loro. E ti nutri di loro. Non di Gesù.
Te lo levano, il corpo di Gesù. Se lo prendono loro. Se lo tengono loro. E non te lo danno. Come se fosse loro. Ma non è loro. E se te lo devono dare. Lo sfregiano. Te lo fanno cadere. Te lo fanno buttare. Te lo fanno profanare. Ma si sono profanati loro. Da soli. Per sempre.
È il suo corpo.
Dio ha fatto tutto. E può fare tutto. Perché è Dio. E Gesù è Dio. E lo può fare. Può far diventare quel pane, il suo corpo. E quel vino, il suo sangue. Vero.
Prese il pane e recitò la benedizione. Non è solo un pane benedetto. Non è solo un segno di croce. È lo Spirito Santo, invocato, chiamato, mandato dal Padre, che scende e porta Gesù. È Gesù che benedice quel pane. Ancora. Ora. È Gesù che entra in quel pane. Ancora. Ora. È Gesù che fa diventare quel pane, il suo corpo. Ancora. Ora.
Prendete questo è il mio corpo. Non ha detto. Facciamo finta che questo è il mio corpo. Non ha detto, facciamo come se questo è il mio corpo. Non ha detto. Questo è il simbolo del mio corpo. Ha detto: Questo è il mio corpo. Questo è. È vero. È vivo. È presente. Ora.
Poi prese il calice e rese grazie. A chi rende grazie Gesù? Al Padre. Si rivolge al Padre. Ha gli occhi, negli occhi del Padre. Ci mette il Padre. Ci fa entrare il Padre. In quel calice. Ci sta anche il Padre, in quel calice.
Questo è il mio sangue. Non è per finta. Non gli assomiglia. Non è simile al suo sangue. Questo è. È proprio. È vero. È vivo. È presente. Ora. Il mio sangue. È il sangue di Gesù. Lo stesso sangue di Gesù, che scende dalla croce. Dalle sue mani, dai suoi piedi trafitti. Dal suo costato squarciato. È lo stesso sangue di Gesù. Di allora. Ancora. Ora.
Il sangue dell’alleanza. È il sangue che ti unisce al Padre. Solo quel sangue ti unisce al Padre. Ti riporta al Padre. Solo in quel sangue, trovi il Padre. Lo senti il Padre. Solo in quel sangue, ci sta il Padre. In quel sangue, il Padre ti ama, ti consola, ti abbraccia. Perché abbraccia il Figlio. Ti abbraccia nel Figlio. Per il Figlio.
Che è versato. È quel sangue, che ti salva. Solo quel sangue ti salva. Solo quel sangue ti asperge. Ti purifica e ti consacra. Ti fa sacro. Ti fa di Dio. E nessuno te lo può più levare.
Per molti. Se ci stai dentro. Se ci entri dentro. Se lo fai entrare. Se lo lasci fare. Se ti fai fare.
È quello il sangue che sta nel calice. Che scende nel calice. Che trovi nel calice della Messa.
E puoi diventare anche tu, un calice. Che raccoglie il suo Dio. Che contiene il suo Dio. Che si riempie del suo Dio. Un calice, pieno del suo Dio.
Un calice, colmo del suo Dio.