Viene

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

 

Cerchi di organizzare tutto,  controllare tutto, gestire tutto,  per essere sicuro, tranquillo. Cerchi di prevedere, provvedere, sapere, impostare, per arrivare prima, per sapere prima, per non avere sorprese.

Poi ti accorgi che non ce la fai. Che la vita non si fa incatenare. Quando ti ritrovi tu incatenato alla vita, costretto, soggiogato, imprigionato, vinto, allora ti sembra di aver  perso tutto. Ti sembra di crollare, ti casca il mondo. Tutto il tuo mondo. Pensi che è finita.

Non è la fine, è l’inizio. È l’inizio della vita vera, della vita di Dio, della vita in Dio.  Quando muore, crolla  la tua superiorità, nasce l’umiltà, quando finisce la tua grandezza, nasce la tua piccolezza, quando perdi la tua ricchezza, c’è posto per la povertà. È il tempo di Dio, è il momento di Dio, è la venuta di Dio nella tua vita.

Verrà il Signore,  con grande potenza e gloria. È Lui il trionfo sul mondo. È Lui il Signore del mondo. È Lui il centro del mondo.

Se fissi gli occhi su di Lui, fin da ora, se metti il tuo cuore in Lui, fin da ora, se fai di Lui il centro del tuo mondo, fin da ora, se Lo scegli fin da ora, allora Lui, sceglierà te.

Ti radunerà insieme ai suoi eletti e farai parte della sua gloria.

 

Allora anche tu, insieme allo Spirito Santo, e insieme alla Sposa, potrai dire:  Signore Gesù,  Vieni!

 

 

 

La croce che salva.

 

 

 

Dai «Discorsi» di sant’Efrem, diacono   (Disc. sul Signore, 3-4. 9; Opera, ed. Lamy, 1, 152-158. 166-168)

        Il nostro Signore fu schiacciato dalla morte, ma a sua volta egli la calpestò come una strada battuta. Si sottomise spontaneamente alla morte, accettò volontariamente la morte, per distruggere quella morte, che non voleva morire. Nostro Signore infatti uscì reggendo la croce perché così volle la morte.

        La morte lo ha ucciso nel corpo, che egli aveva assunto. Ma con le stesse armi egli trionfò sulla morte. La divinità si nascose sotto l’umanità e si avvicinò alla morte, la quale uccise e a sua volta fu uccisa. La morte uccise la vita naturale, ma venne uccisa dalla vita soprannaturale.

Avvenne allora che la morte si avvicinasse a lui per divorarlo con la sua abituale sicurezza e ineluttabilità. Non si accorse, però, che nel frutto mortale, che mangiava, era nascosta la Vita. Fu questa che causò la fine della inconsapevole e incauta divoratrice. La morte lo inghiottì senza alcun timore ed egli liberò la vita e con essa la moltitudine degli uomini.

       Gloria a te, che della tua croce hai fatto un ponte sulla morte. Attraverso questo ponte le anime si possono trasferire dalla regione della morte a quella della vita. Gloria a te che ti sei rivestito del corpo dell’uomo mortale e lo hai trasformato in sorgente di vita per tutti i mortali.

        Tu ora certo vivi. Coloro che ti hanno ucciso hanno agito verso la tua vita come gli agricoltori. La seminarono come frumento nel solco profondo. Ma di là rifiorì e fece risorgere con sé tutti.