In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Se lo vuoi, puoi purificarmi. Gesù lo vuole.
Ma tu, lo vuoi?
Non lo vuoi.
La lebbra dell’anima. Ti ha bucato il cuore. Ti ha sfigurato il cuore. Ti ha mangiato il cuore. Lo ha fatto diventare un moncone.
Ti ha sporcato l’anima. L’ha piagata, infangata, impregnata, il fango del male. L’ha spezzata, separata, isolata. E tu glielo lasci fare. E tu la lasci andare. E tu non la vuoi salvare. E la lasci morire.
Lo vuoi.
Vai da Gesù. Ti getti ai suoi piedi. Metti ai suoi piedi tutti i buchi del tuo cuore. Tutti i vuoti. Tutti i bubboni del tuo cuore.
Apri le braccia della tua anima, e lo fai entrare. E glielo dici: solo tu mi puoi salvare. Solo tu, mi puoi purificare. Solo tu mi fai tornare puro, vero. Intero. Se lo vuoi.
Gli tocchi il cuore. E lui tocca il tuo. E ti tende la mano.
È il tuo si.
È il suo si.
E sei guarito.