In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Lo hai pensato, anche tu. Come può costui, darci la sua carne da mangiare? E la butti sull’ipotesi. La fai diventare un’ipotesi, un simbolo, una metafora. Te la aggiusti, te la sistemi, te la metti, come vuoi. A modo tuo. A tua misura. A tuo uso, e consumo.
No, non è così. Te lo dice Gesù, il Figlio di Dio. In verità. Veramente, chiaramente. Nell’eucaristia, quel pane è veramente la sua carne, e quel vino è veramente il suo sangue.
Ti da la sua carne, ti da il suo sangue. È il massimo dell’amore. Per stare con te, vivo e vero. Ancora. Anche ora.
È il vero cibo, e la vera bevanda. Se lo prendi, se lo mangi e lo bevi, se ti nutri di lui, e con lui, allora tocchi Dio.
Lo senti Dio. Lo sperimenti. Lo sai. Lo vuoi. Lo cerchi. Lo ami. E vivi con lui, e per lui. E non puoi più stare senza di lui.
La sua carne, con la tua. Il suo sangue, con il tuo. Da, la sua vita, la vita eterna. Al tuo cuore, alla tua anima.
E anche al tuo corpo, nell’ultimo giorno.