Guariva

Jesus_the_Healer-mother-in-law-Peter-healed-300x300 - Copia

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

 

 

La cerchi,  la vuoi, la sogni,  la medicina.  La ricetta giusta,  la medicina giusta,  che ti guarisce.

Sei  li,  nel dolore.    Ti  ha preso,  ti ha incatenato, ti ha annientato.   Non ce la fai a mandarlo via.  Non ce la fai  a scappare via.

Gesù   viene  a casa tua.   Viene a prendere la tua mano,  nella sua.  Il tuo Creatore, il tuo Signore,  ti prende per mano.

Lasciati prendere  per mano da Dio.   Ti da la sua vita e rimargina la tua ferita.  E il dolore, non fa più male.

Ecco  la medicina.

È Gesù.  È il Figlio di Dio.  È lui in persona.  È la sua mano tesa.  Che aspetta la tua.

Ecco  chi è Gesù.

È quello  che ti guarisce.   Guarisce le ferite del tuo cuore.  Guarisce le piaghe della tua anima.  E risana anche il corpo.   È   la  tua salvezza.

Ecco  qual è la ricetta.

Il Figlio di Dio  che prega il Padre.   Gesù te la insegna.   È il rapporto con il Padre.

Come Gesù e con Gesù,   anche tu, in un luogo solitario,  parlagli cuore a cuore, viso a viso.  Mano nella mano.

Porta  la mano del Padre,  al fratello che soffre.

Prendilo  per mano.

Con Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Salvatore

Chi è Dio.

 

 

Il Salvatore.

 

 Il male, ti fa male.   Ti distrugge, ti rovina.     Ti rode, ti corrode,  ti chiude il cuore.   E lo fa   diventare una pietra.      Hai bisogno di essere salvato.     Da solo non ce la fai.       Ci caschi sempre.     Da solo non puoi,      sei troppo fragile.

                                        Chi ti salva da tutto il male,   e dalla morte?

                                Solo un Dio lo può fare.   Ecco viene Dio, a salvarti.                                                                Viene  il Salvatore.    Il Figlio di Dio. Gesù Cristo.                                  Gesù  significa,    Dio  salva.

                                                                                                                                                     Il Padre lo ha mandato.       Il Figlio,  ha compiuto la salvezza.      Lo Spirito Santo              la rivela,  e te la porta.

 

 

E’ nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore”. (Lc.2,11.“Secondo la promessa, Dio trasse un salvatore, Gesù” (At.13,23).   “Noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo”  (Gv. 4,42).

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                                                                       1°    ____________________________

  • Chi è il tuo Salvatore?                          2°    ___________________________

                                                                       3°   _____________________________

                                                                       4°  _____________________________

( Es.    Dio Salvatore.  Gesù Cristo, il Figlio di Dio.   Chi ti salva dal male.  Chi vince la cattiveria.  Chi lascia tutto,  per venire a salvarti.    L’amico che dice che viene, ma poi non viene. Quello che non capisce. Quello che non vuole.  Quello che ti lascia solo.  Quello che lo fa, solo per farsi vedere. Quello che lo fa, solo per gli altri.  Quello che fa finta di salvarti.  Quello che sogni, ma non esiste. Quello dei film.  Quello per finta. L ’eroe delle favole.   L’eroe dei racconti, ma che non c’è.)

Ora pensaci:

  • Chi, ti salva,  veramente?   
  • Chi ti salva, per sempre?
  • Chi, ti salva da tutto il male?                                                         
  • Chi ti salva, dalla morte?
  • Chi ti fa risorgere?                  

 

  • Prima scrivi la risposta da solo.
  • Poi con i tuoi compagni ne parlate insieme, e poi scrivete la risposta  per tutti.

Sul quaderno  del  catechismo,  fai un disegno libero,  di quello che hai capito.

 

 

 

 

La porta stretta

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.  Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

 

La porta del Regno di Dio è piccola e stretta. Ci passi solo, se sei:

–           magro. Non  gonfio,  rigonfio, tronfio, solo di te.  Non  sformato  da cose inutili, vane, vuote . Non dilatato  dalle arie che ti dai.  Non ostacolato, bloccato dalle armature che ti metti, che ti impediscono di passare.

–           piccolo. Non grandioso, non potente, onnipotente. Non altezzoso, non imperioso.  Senza corona, senza trono, senza addobbi.  Senza gioielli, senza vestiti sfarzosi, senza oggetti preziosi  che tieni sulle mani e nelle tasche,  e che vuoi portare con te.

–           umile.  Ti devi abbassare,  per passare.  Devi chinare la testa. Ti devi piegare.  Non ci puoi passare a cavallo.  A cavallo della tua superbia, dall’alto della tua superbia.

–           povero. Rivestito di essenza, di sostanza. Senza dipendere da quello che hai.  Vero. Senza maschere, senza paraventi, senza aggiunte.

–           solo.  Ci passi da solo.  Ci entra  solo una persona alla volta.  Perché la scelta di Dio è solo tua,  la responsabilità del rifiuto è solo tua.  Non la puoi scaricare sugli altri. Non la puoi attribuire agli altri. Non la puoi delegare agli altri.  Sei tu che conti. Sei tu che scegli, sei tu che passi, sei tu che entri nel Regno di Dio.

Per passare da quella porta, serve un passaporto, un biglietto convalidato. Il biglietto è essere come Gesù, è la fede.  Non pensare di entrare con un biglietto comprato, falsificato, fasullo. Non pensare di entrare se sei un cristiano per finta, per forma, per scena. Di avere il diritto solo per l’appartenenza. Di avere il consenso solo per la presenza. Che  basta l’apparenza.

Il biglietto  è convalidato dalle opere.  Se le tue sono opere di ingiustizia,  se fai male al prossimo,  se lo ignori, lo rifiuti, lo usi, allora lo fai anche a Gesù. Non riconosci Gesù nel  prossimo. E lui non ti riconoscerà.  Bussa  finché  sei in tempo.  Inutile bussare,  inutile rivendicare, quando la tua vita è finita, quando il tuo tempo è scaduto, quando la porta è chiusa.

La strada del dolore è la strada stretta. È il dolore che ti svuota da tutte le arie, da tutti i pesi inutili. È il dolore che ti leva la corona dalla testa. È il dolore che ti obbliga a scendere da cavallo e a camminare a piedi. Solo il dolore ti fa abbassare la testa di fronte a Dio.  E la solitudine del deserto, ti strappa gli anelli, le collane e i gioielli di cui ti vantavi. Il dolore ti trasforma, ti fa morire  e ti fa rinascere. Ti fa vivere la Pasqua. Ti fa vivere la croce. Ti fa sperimentare Gesù Cristo, vivo e vero.

Allora ti accorgi che quella porta stretta è la croce. La porta del cielo, è la porta di Gesù. È Gesù stesso.

Allora scopri che quelli che sembravano i primi, i più felici, i riusciti, gli osannati, quando passano dalla porta larga, si sgonfiano. Quello che li aveva riempiti, li lascia, li abbandona, li svuota e si ritrovano piccoli, magri, poveri, ultimi e soli.

Quelli che sembravano gli ultimi, sfortunati, debilitati dal dolore, provati, consumati, bruciati, svuotati, quando passano dalla porta stretta, dalla croce di Gesù, si riempiono. Vengono ricolmati  di beni, consolati, guariti. Vengono innalzati alla presenza di Dio. Vicino a Dio, di fronte a Dio, tu per tu con Dio. Diventano figli di Dio. In compagnia degli angeli e dei santi.

E sono salvati.