Per riprenderla di nuovo

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

 

“Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.

 

 

Io do la mia vita,   per poi riprenderla.

  • La mia vita.
  • La do.    Affinché   possa riprenderla.
  • La do.    Al fine che   posso riprenderla.
  • La do.    Con il fine che   posso riprenderla.
  • La do.    Così  posso riprenderla.
  • La do.    Così che   posso riprenderla.
  • La do.    In modo che   posso riprenderla.
  • Se non la do.    Non posso riprenderla.

 

  • La lascio.    Per prenderla a me.
  • La lascio.    Per prenderla su di me.
  • La lascio.    Per prenderla  di nuovo.
  • La lascio.    Per riprenderla  nuova.
  • La lascio.    Per non lasciarla più.
  • La lascio.    Per non perderla più.
  • La lascio.    E non la perdo più.
  • La lascio.    Per prenderla  di più.
  • La lascio.    Per prenderla  per sempre.
  • La lascio.    Per riprenderla.   Da sempre.

 

Nessuno me la toglie.

  • Nessuno  me la leva.
  • Nessuno  me la può levare.
  • Nessuno  me la può toccare.
  • Nessuno  me la può prendere.
  • Nessuno  ce la può fare.
  • Sono io  che la do.
  • Sono io  che lo fo.
  • Sono io  che lo posso fare.
  • Solo io   lo posso fare.

 

Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.

  • Solo io  ho il potere.
  • Solo mio  è il potere.
  • Solo io  l’ho potuto fare.
  • Di dare  la mia vita.
  • E di  farla tornare.
  • Solo Dio   lo può fare.
  • Solo Dio   ce la può fare.
  • Così lo sai   che sono Dio.
  • Così lo sai   che sono Figlio di Dio.
  • Così lo sai   che sono il Figlio del Dio Vivente.
  • Così lo sai   che sono il Vivente.  Per sempre.

 

Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio.

  • Così lo sai   che lo ha voluto il Padre.
  • Così lo sai   che me lo ha chiesto il Padre.
  • Così lo sai   che lo ha fatto il Padre.
  • Così lo sai   che ci sta anche il Padre.
  • Così lo sai   chi la fa.    La risurrezione.

 

La fa  la Trinità.    La risurrezione.

 

 

 

 

 

 

Io sono il buon Pastore

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.   Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.   Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

 

 

 

Gesù disse:   “Io sono il buon pastore.   Il buon pastore da la propria vita per le pecore.  Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono- vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge,  e il lupo le rapisce e le disperde.”             E tu cosa sei,     un mercenario  o un buon pastore ?

 

 

Un mercenario.

 

Pensi solo a te.     Guardi solo te.  Non le pecore.     E se viene il lupo,  non solo te ne vai. Ma lo chiami tu.   Ce lo fai venire tu. Ce lo porti tu. Il lupo, dalle pecore.  Gli apri tu, la porta. Della stalla.    Ce lo tieni tu, il lupo,  nella stalla.    Che pastore sei?

E gliele metti tu, in bocca al lupo,   le pecore.    Le fai divorare tu, al lupo, le pecore.  Le fai immolare tu, davanti a lupo,  le pecore.   Conta più il lupo, delle pecore.  Conta solo il lupo. Che pastore sei?

Sei tu,  il lupo.    Le fai fuori tu,  le pecore.    Le fai a pezzi tu, le pecore.   Le disperdi tu,  le pecore.   Le fai finire tu, le pecore.  E non ci sono più.   E rimani solo tu.  Un lupo.   Ma Dio, non è una pecora.    E i lupi li ha già cacciati.  Li ha già gettati via.  Li ha già precipitati. Giù.  E tu con loro.    Già,  da ora.

 

 

Il buon pastore.

 

Sei pastore,   se Gesù   è il tuo pastore.    Se lo metti davanti a te.  Se lo metti prima di te. Se ti lasci portare da lui.   Se ti lasci condurre  da lui.

 

Io sono il buon pastore.     Gesù è il buon pastore,  perché è  il Figlio di Dio.  È Dio.   E  solo lui  ti sa portare.    Solo lui,  sa dove andare.

Conosco le mie pecore.      Dio ti ha fatto.   Solo lui ti conosce.   Ti conosce fino in fondo. Più di te.     Ci sta lui  nel profondo. Di te.   Più di te.

E le mie pecore conoscono me.     E la riconosci la sua voce.  La riconosce il tuo cuore. Ce l’hai stampata  nel cuore.   Ce l’hai impressa  nel cuore.   Ce l’hai incisa nel cuore.       E ti sobbalza il cuore,   quando la senti.

Così come il Padre conosce me e io conosco il Padre.      E con Gesù,  ci sta il Padre.   La riconosci la voce  anche del Padre.   E conosci anche il Padre.   E ti fai portare anche dal Padre.   Dove vuole il Padre.

Io do la mia vita per le pecore.     Ecco il vero pastore.  Quello che non ti lascia.  Quello che non ti perde.   Quello che non ti vende.      Quello che ci mette la propria vita. Quello che per salvare la tua vita,  ci mette la sua.    Ti da la sua.     La sua,  per la tua.

 

Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo.    Ecco Gesù risorto.   Da la vita, ma poi la può riprendere.   Perché la vita è la sua.   È nata in lui.  Esiste in lui.    Sta in lui. La vita.  Da sempre.    Non ci sta senza di lui.  È lui.     Certo,  che può risorgere!

Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.      A Gesù, nessuno leva la vita.  Nessuno la porta via.  Nessuno la toglie. È lui che la da.   È lui che l’ha data.  È lui che l’ha ripresa.    Perché è Dio.   E Dio ha il potere sulla vita.  Può darla e può riprenderla.    Ecco perché è risorto.  Per farti vedere che è Dio.

Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio.    E lo ha fatto perché lo ha voluto il Padre.   Lo ha deciso il Padre.     È il Padre che ti ha dato il Figlio.   Per salvarti.  E portarti  a lui.     E con il Figlio.  Riportarti a casa.

 

Ecco,   il buon pastore.                                                                                                             È anche   il Padre.