Il granello di senape

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».  Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.   Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?  Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

 

“Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.”                                                                                   E per te,   lo può fare ?

 

Non può.

Ti dicono che la fede,   la devi avere in te.    Che deve stare in te. Solo in te.  Non in Gesù. Che è tua. Solo tua.   Non di Gesù.    Che la fai tu.  Che sei tu.   Non Gesù.    Ma non si sposta niente.

Ti dicono che la fede,   la devi avere negli altri.    Che deve stare negli altri.   Che la fanno gli altri.    Che sono gli altri.   Non Gesù.       Ma non si sposta niente.

E a Gesù,    gli hanno levato il gelso.    Non lo può fare.  Non si può fare.    Perché non lo fanno loro.  Perché non possono loro.      Così si fanno Dio.  Al posto di Dio.    Ma Gesù è Dio.  E Dio può fare tutto.     Sono loro che non possono fare niente.  Che non sono niente. Perché hanno perso Dio.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Lo può fare.

La fede  è quando ci metti Gesù.  Non tu.   È quando lo fai fare a Gesù.  Non tu.   È quando lo fa Gesù.  Non tu.     E si sposta tutto.

 

Accresci in noi la fede.     Come fai a farla crescere,  se manco ci sta.   Perché se ci sta, la vedi.    Lo vedi,  quello che fa.

Se aveste fede.    La fede vera. È la fede in Gesù.   È stare in Gesù.  È lasciarsi fare da Gesù.   È far fare a Gesù.     È Gesù. Non sei tu.

Quanto un granello di senape.     E non conta  quanto è grande.   E non conta quanta ce ne sta.   Se di più o di meno.     Se ci sta, ci sta.    Perché ci sta Gesù.

 

Potreste dire a questo gelso.     Se ci sta. Ci sta Gesù.    E lasci che sia Gesù a dire. E lasci che sia Gesù a parlare  con il gelso.

Potreste dire a questo gelso.    È Gesù che ha fatto quel gelso.  E quel gelso lo riconosce.  Lo sa chi è.  Lo sente chi è.     Lo ha fatto lui.   Dentro ci sta lui.

Sradicati.      Io Gesù, che ti ho fatto.     Io Gesù, che ti ha fatto così.   Io Gesù,  il Figlio di Dio.   Ti dico cambia.    Salta fuori. Vieni fuori. Esci fuori.    Dalla terra dove ti sei piantato.

E vai a piantarti nel mare.    E vai a piantarti in acqua.  In un altro terreno.  Io Dio, ti cambio il terreno.   Io Dio, ti do un altro terreno.   Io Dio, ti faccio nuovo.   Io Dio, ti faccio di nuovo.

Ed esso vi obbedirebbe.    Obbedisce a Dio.   Si piega a Dio. Si inchina a Dio.   Non a te. Risponde a Dio.    Fa quello che gli chiede Dio.  Fa quello che vuole Dio.   Non tu.

 

Sradicati.      Lo dice anche a te,  Gesù.     Lo dice ora, a te.     Io Gesù,  ti dico cambia.  Salta fuori.  Vieni fuori.  Esci fuori.      Dalla terra dove ti sei piantato.

Sradicati.     Esci dalla terra.    Non sei terra.  Non vieni dalla terra.  Non ti ha fatto la terra. Non appartieni alla terra.

E vai a piantarti nel mare.     E vai a piantarti in Dio.  Metti le tue radici in Dio.  Immergi le tue radici in Dio.   Affonda le tue radici, in Dio.

E vai a piantarti nel mare.      Ti ha fatto Dio.   E le ha fatte Dio, le tue radici.  E stanno bene solo in Dio.    Solo in Dio si ritrovano.  Solo in Dio si posano.  Solo in Dio si tengono.  Solo in Dio si fondano.

E vai a piantarti nel mare.      È Dio  la prima radice.    È Dio  la radice della radice.   È Dio la terra della radice.      È Dio,   la tua radice.

 

Se vieni da Dio.  Se ti radichi  in Dio.  Se ti fondi in Dio.    Allora stai anche  nel Figlio suo.  E lui sta in te.     E lo lasci fare.  E ti fai fare.  E lo fai fare.

E si spostano   pure le montagne.

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».  Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».  Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

 

“Così è il regno di Dio:   come un uomo  che getta il seme sul terreno;   dorma o vegli,      di notte o di giorno,   il seme germoglia e cresce.  Come, egli stesso non sa.   Il terreno produce spontaneamente   prima lo stelo,   poi la spiga,   poi il chicco pieno nella spiga.”      E tu,   che seme  sei ?

 

 

Marcito.

Ti fanno credere   che sei un seme marcito.    Ti ci fanno diventare loro,  un seme marcito. Ti vogliono loro,   come seme marcito.     Così non dai frutto.   Come loro.

Ti fanno credere   che sei un seme cattivo.      Ti fanno diventare loro,  un seme cattivo.    Ti vogliono  come un seme cattivo.     Così dai  frutti cattivi.    Come loro.

Ti strappano    pure Gesù.    Ti sradicano  pure Gesù.      E sradicano pure te,  da lui.   E strappano pure te, da lui.   Così ti secchi subito. Così ti pieghi subito. Così ti spezzi subito.  Ma sono loro,   che si sono seccati.     Sono loro,   che non sono più semi.   Che non sono mai stati semi.    Nella mano di Dio.

 

 

Un granello di senape.

Sei un granello di senape.      Piccolo.  Tanto piccolo,  che nessuno lo vede.     Piccolo, tanto piccolo,  che neppure tu,  ti vedi.     Ma sei  il granello di Dio.   Il granello del Padre.   E in te ci sta il Padre.

 

Così è il regno di Dio:  come un uomo che getta il seme sul terreno.      Ti ha gettato Gesù, nel regno di Dio.    Ti ha seminato Gesù, nel regno di Dio.   Ti ci ha messo Gesù, nel regno di Dio.      Sei venuto dalla mano di Gesù,  nel regno di Dio.

Dorma o vegli, di giorno o di notte.    Ti senti disperso. Ti senti perso. Ti senti abbandonato. Ti senti affondato nel terreno.   Ti senti dimenticato nel terreno.   Ti senti calpestato nel terreno.

Il seme germoglia.         Ma è proprio li,  che germogli.     È proprio li,  che vieni fuori.    È proprio lì,  che viene fuori   quello che ci sta  dentro di te.     Quello che Dio ci ha messo,  dentro di te.

E cresce.         E lo cominci a vedere.  E lo cominci a scoprire.  E lo cominci a capire.    Quello che ci sta dentro di te.    Quello che Dio ha messo,  dentro di te.     Quello che vuole Dio,   da te.

Prima lo stelo.        Nessuno te lo può levare, lo stelo.   È quello che ti tiene.  È quello che ti porta in alto.   È quello che ti fa salire  al Padre.     È Gesù che lo fa.    È Gesù che ti tiene. Anche se non ce la fai.   Quando non ce la fai.    Ti tiene lui.

Poi la spiga.      Nessuno te lo può levare, la spiga.    Viene fuori lo stesso.  Ti scappa fuori lo stesso.      È quello che tiene il chicco.    È quello che prepara il chicco.   È quello che porta il chicco.   Del pane.

Poi il chicco nella spiga.         Ed ecco il chicco.  È il chicco del pane.     È Gesù,   che è    il chicco.   È Gesù, che è il pane.      E ti riempi di lui.   E ti ricopri di lui.   E ti pieghi, per lui. Verso gli altri.    Per darlo agli altri.    Per porgerlo agli altri.      E nutrire gli altri,  di lui.

 

E diventa più grande di tutte le piante.             Eri piccolo.      Ma  non sei più piccolo.   Ci sta Gesù.     È Gesù,  che è grande.      È Gesù   il regno di Dio,   che è grande.    È Gesù  che è Dio,   che è grande.       Più grande  di tutte le altre piante.

E fa rami così grandi.        I rami sono le braccia di Gesù.    Che sono tese,  protese.  Pronte a tenere.   A contenere.   Ad abbracciare,  tutti quelli che lo cercano.

Che gli uccelli del cielo   possono fare il nido  alla sua ombra.        Ecco dove puoi andare. Ecco dove puoi stare.    Ecco dove puoi fare il nido.    Il tuo nido.  La tua casa.  Il tuo posto.  Alla sua ombra,   prendi respiro.     Puoi respirare.

 

Nelle sue braccia,   puoi riposare.

 

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».  Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

 

E tu   la fai,    la volontà  di Dio ?

 

Manco per niente.

Non la fai  proprio.   Non ci pensi proprio.  Non se ne parla proprio.    Per te, Dio non ci sta. Figurati,  fare la sua volontà.

Dio,  lo hai messo  in un angolo.    Lo hai messo  all’angolo.   Lo hai messo da una parte.  Lo hai messo  in disparte.    Così non ti disturba.  E puoi fare quello che ti pare.     Figurati fare,  la sua volontà.

A Dio,   gli hai messo la volontà tua.    Gli hai dato la volontà tua.   Gli hai imposto la volontà tua.      È lui  che deve seguire la tua.   È lui  che deve fare la tua.  È lui che deve servire te. Ma non sei tu,  il padrone.

 

Un granello di senape.

Ci sta,    piccola  la  fede,   come un granello di senape.            

Ci sta,    quando per te,   Dio ci sta.     E tu,  stai con lui.                                                      Ci sta,    quando Dio,   lo metti al centro.    E tu,  da una parte.                                             Ci sta,    quando ti appoggi  a lui.    Ti fai portare  da lui.  Dove vuole lui.    E non sai tu.

Ci sta,     quando metti tutto,   in lui.      E scopri  a che serve.    E scopri  quando serve.      E scopri,  che fa.   La sua volontà.                                                                                          Ci sta,     quando metti,   avanti lui.    Fai andare avanti  lui.   Lasci andare avanti,  lui.         E si sposta tutto.

Ci sta,     quando è lui,  che fa.    È lui  che agisce.  È lui che parla.    E tutto,  risponde.

Perché la sente,   la sua voce.                                                                                                 La riconosce,     la sua voce.                                                                                                 La canta,    la sua voce.                                                                                                          Insieme  a te.

 

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

 

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

 

 

E tu,    che granello sei?

 

Grande.

Non vuoi essere un granellino.   Vuoi essere grande. Il più grande.  Ti fai grande, da solo.  Ti prendi tutto lo spazio, di Dio.   Ti prendi il posto di Dio.    Non c’è posto per Dio.

Ti semini da solo,  dove vuoi.    Ti innaffi da solo,  quando vuoi, come vuoi,  con che vuoi. Non c’entra Gesù.  Ci sei solo tu.     È  il tuo regno.

 

Piccolo.

Come il granellino di senape.  Piccolo.   Il più piccolo.   Che non si vede, che non appare,  che non compare.   Non ti prendi  lo spazio di Dio.      E stai nascosto,  deposto, riposto,  nella mano di Dio.

È Dio che ti semina.    Che ti mette dove vuole, come vuole.    È Dio che ti fa crescere,      in Gesù,  e con Gesù.

E Gesù diventa grande in te, attraverso di te.   È Gesù che diventa albero, più grande di te. È Gesù che diventa rami,   dove si possono posare  quelli che soffrono.

Braccia,  dove si possono rifugiare.                                                                                        Nido,  dove possono stare.

 

Ecco,  il Regno di Dio.

È Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

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In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».  Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?  Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

 

 

 

Sei tu,   il granello di senape.

 

Non  quando ti sforzi.    Non quando fai.   Non quanto fai.   Non perché lo fai.

Sei tu il granello di senape,  quando ti metti nelle mani di Dio.   Quando lasci fare a lui. Quando è lui   che fa.

 

Solo allora,   tu   sei il gelso che può essere spostato.    Che si può sradicare,  sollevare. E trapiantare nel mare.    Nel mare di Dio.  Nel cuore di Dio.   E puoi mettere le tue radici, nel suo cuore.    E nutrirti,  della linfa nel suo amore.

Solo allora, Dio agisce.     E sposta anche altri gelsi,  altri cuori.    E sposta pure le montagne.

 

Stai  sicuro.

Dio non ti lascia solo.   Mai.

Dio c’è.   Dio fa.  Dio viene.    E tu lo attendi.

Ecco la fede.

 

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

seminatore - Copia

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

 

 

 

Povero, semplice,  il più piccolo.   Il granello di senape  è Gesù,  in te.   Sei tu,  in lui. Quando sei così.  Quando fai così. Quando scegli,  di essere così.   Come Gesù,  in Gesù.

Quando ti lasci portare da Dio,  nel terreno che ha scelto lui.   Quando ti lasci immergere nella sua terra,  nella sua volontà.    Quando ti lasci nascondere,  tra le sue braccia.  Quando ti lasci nutrire  da lui.    Quando,  ti lasci,  fare.

Allora germogli.    Allora spuntano le foglie di Dio,  la pianta di Dio.   Le opere di Dio.      Non sono le tue,  sono le sue.   E spuntano  le tue radici.  E sai chi sei.

Allora diventi  stelo,  e spiga,  e chicco di grano.  Il  grano di Dio.   Che  può nutrire  te,         e gli altri.

Allora diventi tronco,  e albero,  e rami,  e frutti.   I frutti di Dio.  Non sono i tuoi,  sono i suoi. Rami,  che si aprono come braccia aperte, verso il cielo.   E lodano Dio.

Rami,  come braccia aperte  verso Dio e  verso i fratelli.   Come uccelli,  possono venire su quelle braccia,  e rifugiarsi, e riposare.

 

Allora si vede, Dio.   L’opera di Dio.    Allora si sente,  Dio.  La presenza di Dio.

Il Regno di Dio.

E’  Gesù,    in Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Il granello di senape

 In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

 

 

Quanto. Tanto, poco. Di più, di meno. Sei abituato a misurare, a calcolare, a confrontare. Sei abituato ad aumentare, allargare,  debordare.  Così, pesi  anche la fede.  La valuti secondo il peso, la quantità. La  vuoi enorme, totale, smisurata. La pensi piena, ripiena, colmata. La senti poca, minima, assente.  Quello che conta non è la quantità.  È la qualità, l’essenza, la sostanza, la presenza di Dio vivo e vero.

La fede è un seme. Non dipende da te. È un dono di Dio. Come un seme, ha in sé, in potenza, già tutto il futuro albero. Ma ha bisogno di essere coltivato, alimentato, custodito.

Un seme di senape. Un seme piccolo. Il più piccolo. Perché la qualità della fede è nella piccolezza. Perché nella piccolezza, c’è Gesù. Gesù che si è fatto piccolo, povero, umile.  Più c’è piccolezza e povertà, più c’è fede.  Più c’è piccolezza  e umiltà e più diventa grande l’albero della fede.

Se la fede è vera, anche piccolissima, può cambiare le cose. Non perché lo fai tu. Non per merito tuo. È Dio presente in te e con te, che cambia le cose.  È lui che opera prodigi.  È lui che può sradicare un gelso e piantarlo nel mare.  Lui lo ha creato e lui lo può fare. Solo lui.  A  lui, con lui e per lui, tutto è possibile.

È possibile se ti riconosci per quello che sei.  Piccolo.  Servo inutile.  Non sei tu a fare tutto. Tutto ti è stato dato. Tutto è di Dio. Tutto fa parte del progetto misterioso di Dio. Puoi prendere parte a quel progetto di salvezza. Puoi fare la sua volontà. Servire a realizzarla. Ma non  è tua, non ti appartiene, non la possiedi.  Non dipende da te.

Riesci a fare la volontà di Dio, se stai al tuo posto. Se lo riconosci, come il Signore. Se lo vivi, come il Signore. Se lo servi, come il Signore.  Allora ti senti servo inutile. Perché  in Dio tutto è avvenuto. Tutto è compiuto. Tutto è compreso.

Anche tu.