SANTO PADRE PIO
L’eucaristia è il centro di attrazione ove convergono tutti i momenti della giornata di Padre Pio. Se Padre Pio non è all’altare, i suoi occhi sono in continuazione rivolti al tabernacolo.
Il 29 marzo 1911 scrive a p. Benedetto: « Il cuore si sente come attratto da una forza superiore prima di unirsi a lui la mattina in sacramento. Ho tale fame e sete prima di riceverlo, che poco manca che non muoia di affanno. Ed appunto perché non posso di non unirmi a lui, alle volte colla febbre addosso sono costretto ad andarmi a cibare delle sue carni. »
Padre Pio, scrivendo a padre Benedetto, l’8 settembre 1911, mentre gli confida le prime apparizioni delle stigmate che, ad intermittenza, fanno la loro comparsa alle mani ed ai piedi, dice ancora: « Molte cose avrei da dirle, ma mi viene meno la parola; solo le dico che i battiti del cuore, allorché mi trovo con Gesù sacramentato sono molto forti. Sembrami alle volte che voglia proprio uscirne dal petto » (Cf. Epist. 1, 234).
« Ieri festività di s. Giuseppe – scrive il Padre il 21 marzo 1912 – Iddio solo sa quante dolcezze provai, massime dopo la messa, tanto che le sento ancora in me. La testa ed il cuore mi bruciavano; ma era un fuoco che mi faceva bene. La bocca sentiva tutta la dolcezza di quelle carni immacolate del Figlio di Dio. Oh! se in questo momento che sento quasi ancora tutto mi riuscisse, di seppellire sempre nel mio cuore queste consolazioni, certo sarei in paradiso! » (Cf. Epist. I, 265).
Il 12 marzo 1913, mette al corrente padre Agostino, di quanto a riguardo gli ha confidato il Signore.
«Sentite, padre mio, i giusti lamenti del nostro dolcissimo Gesú: “Con quanta ingratitudine viene ripagato il mio amore dagli uomini! Io vorrei cessare di amarli, ma (e qui Gesù si tacque e sospirava, e dopo riprese) ma ahimè! il mio cuore è fatto per amare! Gli uomini vili e fiacchi si dilettano nelle loro iniquità… Ciò che più mi affligge è che costoro, al loro indifferentismo aggiungono il disprezzo, l’incredulità.
Mi lasciano solo di notte, solo di giorno nelle chiese. Non si curano più del sacramento dell’altare; non si parla mai di questo sacramento di amore; ed anche quelli che ne parlano ahimè! con che indifferenza, con che freddezza. Il mio cuore è dimenticato; nessuno si cura più del mio amore; io sono contristato. (Epist. I, 342s).
SANTO GIOVANNI MARIA VIANNEY
Dagli scritti del Santo Curato D’Ars sull’eucaristia :
“Ma anche l’anima deve nutrirsi… Quando Dio volle dare un nutrimento alla nostra anima, per sostenerla nel pellegrinaggio della vita, Egli pose il suo sguardo sulla creazione e non trovò nulla che fosse degna di lei. Allora si ripiegò su se stesso e decise di dare se stesso… O anima mia, quanto sei grande, dal momento che soltanto Dio può appagarti!
Quando Nostro Signore viene ad abitare in un’anima, è contento e riempie l’anima di gioia e di felicità. Non dite che non ne siete degni. E’ vero: non ne siete degni, ma ne avete bisogno. Non dite che avete troppe miserie… Preferirei piuttosto sentirvi dire che siete troppo ammalati e che, perciò, non volete il rimedio…
La grande disgrazia è che si trascura di ricorrere a questo divino cibo per attraversare il deserto della vita. Al pari di una persona che muore di fame accanto ad una tavola ben servita”.
SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE
Il messaggio ricevuto dalla monaca visitandina Santa Margherita Maria Alacoque di Paray-le-Monial contiene le cosiddette «dodici promesse del Sacro Cuore». L’amore al Sacro Cuore di Gesù è strettamente legato a quello verso l’Eucaristia. Come scrisse il Padre gesuita Henri Ramière, «è nell’Eucaristia che troviamo attualmente il Cuore di Gesù il più vicino a noi; è nell’Eucaristia che Egli si unisce nel modo più intimo a noi e noi a Lui». Santa Margherita ricevette molti doni mistici e alcune rivelazioni da parte di Gesù. «Gesù si trova nel Sacramento dell’Eucaristia, nel quale l’amore lo tiene legato come una vittima sempre disposta a essere immolata per la gloria di suo Padre e per la nostra salvezza. La sua vita è totalmente nascosta agli occhi del mondo, che riescono a scorgere soltanto le povere o umili apparenze del pane e del vino. […] Gesù è sempre solo nel SS. Sacramento. Fate in modo di non perdere nessuna Comunione.
SANTA FAUSTINA KOWALSKAMaria Faustina Kowalska, (1938), è stata una religiosa polacca, appartenente alla Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Nel 2000 è stata canonizzata da papa Giovanni Paolo II. Mistica e veggente, viene venerata in tutto il mondo come l’Apostola della Divina Misericordia.
Gesù diceva a Santa Faustina:
“Quando nella Santa Comunione vengo in un cuore umano, ho le mani piene di grazie di ogni genere e desidero donarle all’anima, ma le anime non Mi prestano nemmeno attenzione. Mi lasciano solo e si occupano d’altro. Oh, quanto è triste per Me che le anime non conoscano l’Amore! Quanto mi addolora che le anime si uniscono così poco a Me nella santa Comunione!’ Attendo le anime ed esse sono indifferenti per Me. Le amo con tanta tenerezza e sincerità ed esse non si fidano di Me. Voglio colmarle di grazie, ma esse non vogliono riceverle. Trattano con Me come con una cosa inerte eppure ho un cuore pieno d’amore e di Misericordia. Affinché tu possa conoscere almeno un po’ il Mio dolore, pensa alla più tenera delle madri, che ama molto i suoi figli, ma i figli disprezzano l’amore della madre. Immagina il suo dolore, nessuno riuscirà a consolarla. Questa è un’immagine ed una pallida somiglianza del Mio amore (Diario 1447, cfr. D. 1385).