I due Si

iconaortodossa1- (1)  In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

 

 

 

E il tuo  Si,    quale   è ?

Dio Padre,   chiede  anche a te,   di andare a lavorare nella sua vigna.    Di stare in lui. Di fare le sue opere.   Di fare la sua volontà.    E tu che  dici ?

 

Si.    A voce.      Si,  per forma,  per norma, per forza.    E hai fatto.   E ti senti a posto.   E la tua opera,   è finita lì.

E non ci vai.      Perché hai da fare.   Non hai tempo  per lui.    Il tuo cuore è altrove.      Il tuo si,   è un No.

 

No.       Non è quello che voglio.   Non è quello che penso.       Io ho  la mia vigna.       Ma il cuore,  sta nel Padre.    E non ce la fai a stare senza di lui.     E non ha senso quello che fai,  senza di lui.    E si secca la tua vigna,  se non c’è lui.

E allora ti penti.      E  il tuo No, diventa un Si.    Vivo, vero, di cuore.    Un Si concreto.  E vai,  a fare le opere di Dio.

 

E la sua vigna,   diventa anche la tua.

Piena di frutti.

E tu,    frutto di Dio.

 

 

 

 

 

 

Andate nella vigna

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:  «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.  Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

 

 

 

E tu,     quante ore hai lavorato,   nella vigna del Signore?

 

Sei abituato  a contare.   A calcolare.  A verificare.  A misurare.   A pesare tutto.    Anche gli altri.   Anche te.

E se qualcuno ha più di te,   ti offendi.     Ti arrabbi. Ti danni. Ti rosichi.  Ti ribelli.     Anche a Dio.    Per te  Dio vale di meno,  dei soldi.  E di te.

 

Ma Dio   non conta le ore.     Per lui conta la qualità. La sostanza. Il cuore.   Conta il Si. Se rispondi alla sua chiamata.   Se scegli. Decidi. Ti muovi. Fai.   Vai da lui. Stai con lui. Fai con lui,   le sue opere.

I primi,   che guardano con il cuore   a quello che gli spetta, a quello che gli è dovuto,    a quello che hanno voluto.    Sono gli ultimi.

Gli ultimi,   che guardano con il cuore a Dio,  e non a quello che gli spetta.    E a quello che Dio  ha voluto.      Sono i primi.

 

La paga, il premio,   è Dio stesso.

Uguale per tutti.    Intero per tutti.

Unico  per tutti.