In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
E tu, lo preghi, Dio ?
Non lo preghi.
Tanto non conta. Tanto non vale. Tanto non serve. Tanto a che serve. Tanto è sempre tutto uguale. Tanto non cambia niente. Tanto non fa niente. Che lo faccio a fare?
Tanto, non ci sta. Tanto non mi sente. Tanto non ci sente. Sta troppo lontano. Manco mi vede. Non gli importa di me. Che ci parlo a fare?
Lo preghi.
Ma che pensi? Che Dio che ha fatto gli occhi, non ti vede? Che Dio che ha fatto gli orecchi, non ti sente? Lui lo sa fare.
Ci sta. Quando vai da lui. Ci sta. Quando tendi le mani. Quando tendi le braccia. Quando alzi le braccia, verso di lui. È il tuo Dio. Ci sta. Quando alzi gli occhi. Quando ci metti gli occhi, in lui. E le lacrime, che ci stanno dentro.
Ci sta. Quando vai e rivai. E non smetti mai. E non ti stanchi mai. E non te ne vai. Ci sta. Quando lo sai, che lui fa. Che lui può fare. Quello che è giusto. Lo sa fare. Sa come fare.
E Dio, non sta fermo. Non ti fa aspettare. Non ti mette in fila. Si muove subito.
E Dio fa. Quello che ci serve. Quello che ci vuole. Quello che è meglio, per te. E per gli altri. Solo lui lo sa. Solo lui lo fa.
Lo fa per te. Lo fa con te. Ecco la preghiera.