In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
E tu, come sei?
Come gli scribi. Pomposo, sontuoso, untuoso. Gonfio, tronfio, ripieno, dei soldi degli altri. Dei soldi delle vedove. Dei soldi dei piccoli. Dei soldi dei poveri.
Li usi, li abusi, per farti notare, per contare, per comandare. Hai preso il tesoro di Dio. Ti sei impossessato del tesoro di Dio. Più di Dio. Al posto di Dio. Senza Dio.
Come la vedova povera. Hai messo tutto quello che avevi, nelle mani di Dio. Hai messo il tuo tesoro in Dio, perché Dio è il tuo tesoro.
Il tuo piccolo gesto conta, più di tutto. È quello che vale, è quello che compensa, è quello che ripara.
È il gesto che riempie, e riporta indietro quello che hai dato. Centuplicato.
E il gesto prezioso, guardato da Dio. Amato da Dio. Che rimane in Dio.
È il tesoro di Dio.