In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Facile dirlo. È più difficile farlo. Amare Dio. Farsi amare da Dio.
Amare Dio. È mettere il proprio cuore davanti a Dio. È metterlo nelle sue mani. Nel suo cuore. Per lasciarlo battere lì. E lasciarlo battere forte, sempre. Come una danza, come un canto.
Farsi amare da Dio. È lasciarsi fare. È lasciarsi svuotare da ciò che non serve, non conta, non vale. È lasciarlo riempire solo da lui. È farlo diventare suo.
È allora che senti il cuore di Dio che batte per te. È allora che lo senti rispondere. Lo senti rispondere al battito del tuo cuore. Alla danza, al canto, al ritmo, del tuo cuore.
È l’amore di Dio che riempie il tuo cuore. È l’amore di Dio che si riversa dal suo cuore, al tuo cuore. È tanto grande, che lo colma, deborda, tracima, esce fuori e passa, e incontra, il cuore dell’altro.
Quello che dai all’altro non è il tuo amore, è l’amore di Dio che ti ha dato lui. È lui che passa attraverso di te, nell’altro. E lo incontra. E lo ama e lo salva. E lo cura.
Il tuo prossimo la sente la diversità tra il tuo amore e l’amore di Dio.
Perché il tuo è il tuo, e quello che viene da Dio, è lo Spirito Santo.