In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
E tu la fai, la volontà di Dio ?
Manco per niente.
Non la fai proprio. Non ci pensi proprio. Non se ne parla proprio. Per te, Dio non ci sta. Figurati, fare la sua volontà.
Dio, lo hai messo in un angolo. Lo hai messo all’angolo. Lo hai messo da una parte. Lo hai messo in disparte. Così non ti disturba. E puoi fare quello che ti pare. Figurati fare, la sua volontà.
A Dio, gli hai messo la volontà tua. Gli hai dato la volontà tua. Gli hai imposto la volontà tua. È lui che deve seguire la tua. È lui che deve fare la tua. È lui che deve servire te. Ma non sei tu, il padrone.
Un granello di senape.
Ci sta, piccola la fede, come un granello di senape.
Ci sta, quando per te, Dio ci sta. E tu, stai con lui. Ci sta, quando Dio, lo metti al centro. E tu, da una parte. Ci sta, quando ti appoggi a lui. Ti fai portare da lui. Dove vuole lui. E non sai tu.
Ci sta, quando metti tutto, in lui. E scopri a che serve. E scopri quando serve. E scopri, che fa. La sua volontà. Ci sta, quando metti, avanti lui. Fai andare avanti lui. Lasci andare avanti, lui. E si sposta tutto.
Ci sta, quando è lui, che fa. È lui che agisce. È lui che parla. E tutto, risponde.
Perché la sente, la sua voce. La riconosce, la sua voce. La canta, la sua voce. Insieme a te.