In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Il grande. Il sapiente. Il potente. Ti domina. Ti imprigiona. Ti stringe. Ti costringe. Ti usa. Non entra Dio, in uno così. Non c’è posto per Dio.
Il piccolo, è il posto di Dio. Il semplice, l’umile, il povero, è il posto di Dio. Il piccolo è figlio. Il figlio è il posto del Padre. A lui sono rivolti gli occhi del Padre. A lui si rivela. Gesù lo conosce. Gesù te lo porta.
Tu che si stanco, sfinito, oppresso. Tu che non ce la fai. Tu che non puoi. Tu che non sai. Vai da Gesù. Vai da lui che ti chiama. Vai da lui che ti apre le braccia.
Vai dalle sue braccia. Tra le sue braccia. Il suo giogo, è quello che lui è, quello che lui dice, quello che lui fa. Il suo giogo, sono le sue braccia. Che ti contengono, ti portano, ti tengono. Ti guidano. Ti proteggono.
Entra dentro. Prendile su di te. Sono umili, perché ti rispettano. Sono leggere, perché ti amano. Sono dolci, perché vengono dal suo cuore.
Li, trovi il ristoro che cercavi. La consolazione, la tenerezza, che cercavi.
Li, trovi il sollievo dal peso che ti schiaccia. Dagli schemi che ti chiudono. Dai calcoli e dalle misure che ti dividono.
Li, trovi la risposta, il senso, il significato. Perché lì trovi la Sapienza vera, la Sapienza di Dio. Dio. Il tuo Signore.
E trovi la forza per rialzarti dalla caduta. La dignità perduta.