L’ Unzione degli infermi.
L’Unzione degli infermi, o unzione dei malati, o estrema unzione, è un sacramento. Non è il sacramento della morte. È il sacramento della salute. Della guarigione, e della salute, dell’anima e del cuore.
A chi si dà?
A coloro che sono in pericolo di morte, o cominciano ad essere in pericolo di morte. Non stare lì, ad aspettare che muore. Non stare con le mani in mano. La cosa più importante, la puoi fare. La cosa che conta di più, gliela puoi dare. Il Paradiso.
Chi lo fa?
Il sacerdote. Solo lui. Perché rappresenta Gesù, che si prende cura dei malati. Che è venuto a guarire i malati, e a liberare dal male, dal dolore, e dalla morte. Gesù, ti da lo Spirito Santo.
Cosa fa?
Unzione, con l’ olio crismale, è l’olio consacrato, in cui Dio ha effuso lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo, la medicina. È lo Spirito di Dio che viene, e tocca quel corpo, e tocca quel dolore. E tocca l’anima ferita. E la pulisce, la ripulisce, la guarisce. E l’anima non è più malata. E anche il cuore, sta meglio. E anche la paura, si calma. E anche l’angoscia svanisce.
E anche il corpo, riconosce il suo Dio. E può placarsi anche il dolore. E, a volte, anche la malattia.
Come si fa?
Sacra unzione. Con l’olio santo, il sacerdote unge la fronte e le mani. La fronte, simbolo di quello che è stato pensato, e le mani, simbolo di quello che è stato fatto.
Imposizione delle mani.
Come faceva Gesù. Mette le mani sul capo del malato. Quelle mani consacrate, riempite di Spirito Santo, impongono, pongono sopra a quel capo, lo Spirito Santo. E lo Spirito Santo scende su quel capo.
E lo Spirito di Dio si incontra con quella persona, nella sua profondità, nella sua totalità. E porta quella croce personale, dentro la croce di Gesù. Quella croce, diventa parte della croce di Gesù.
Ora quel malato non è più solo. Fa parte del Figlio di Dio. Il suo dolore, fa parte del dolore del Figlio di Dio. Della sua missione. E della sua resurrezione.
Se muore con lui, risorge con lui. E sarà con lui per sempre, in Paradiso. Lì, lo puoi ritrovare. Lì, lo puoi riabbracciare. Con l’anima.
E alla fine dei tempi, anche con il corpo.
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