In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
Basta una briciola. Se è del pane di Dio. Se è di Dio. Basta una briciola per sfamarti. Per guarirti, per salvarti.
Una briciola, piccola, dispersa, dimenticata, nasconde in sé il segreto della piccolezza, dell’umiltà, della povertà, della tenerezza di Dio.
Una briciola piccola, gettata, negata, disprezzata, calpestata, schiacciata, nasconde in sé il segreto del rifiuto, dell’umiliazione, della passione di Gesù, del tesoro nascosto.
Una briciola che cade dalla mensa di Dio. Una briciola del pane di Dio. Una briciola di eucarestia.
In ginocchio, prostrata davanti a Dio, aspetti che dall’alto, scenda quella briciola. Con il cuore attento, con il cuore sicuro, con il cuore felice.
Verrà, ti nutrirà e sarai guarita. E sarai salvata.
E anche tu diventerai una briciola per gli altri.
Una briciola di Dio.