La suocera di Simone

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».       E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

 

La suocera di Simone era al letto con la febbre    e subito gli parlarono di lei.                       E tu,  lo chiami Gesù ?

 

Non ci pensi proprio.

Non sei malato tu.    Non stai male tu.     E se sta male un altro,  non ci deve stare.  Non lo vuoi vedere. Non lo vuoi sapere. Non ne vuoi parlare.     Figurati se lo chiami Gesù.

Anzi, chi sta male,   lo isoli di più.    Lo fai ammalare di più.   Lo fai star male di più.  Lo fai morire di più.  E prima.     Figurati se lo chiami Gesù.

E gli levi pure Gesù.     Così non lo cerca. Così non lo trova.  Così non lo implora.   E Gesù non ci può andare.  E non lo può guarire.      Ma sei tu che sei malato.   Più di loro.  Molto di più.     Nell’anima.

 

Lo chiami Gesù.

Eri malato.   Nel corpo. Nel cuore e nell’anima.      Ma sei andato da Gesù.    Ecco perché è venuto Gesù.   Per liberarti dal male. Per levarti il male.    Per farti guarire.

 

Era a letto con la febbre.       Sei li.    Anche tu,  hai la febbre.    Che ti brucia. Che ti arde. Che ti incendia, il corpo.  Il cuore e l’anima.    Che ti rode, che ti corrode, il corpo.  Il cuore e l’anima.   Che ti ha sfinito, e ti ha bloccato, il corpo.    Il cuore e l’anima.

Subito gli parlarono di lei.     Il dolore è troppo grande.  Manco ce la fai a pensare a Gesù. Manco ce la fai a cercare Gesù. Manco ce la fai a parlare a Gesù.     Un altro lo fa per te.

Egli si avvicinò.       Lui non fa finta di non vederti. Lui non si volta indietro. Lui non se ne va. Ma viene Viene da te. Vicino a te.  Sta con te.   È li, accanto a te.  Il tuo Signore e il tuo Dio.

E la fece  alzare.       E ti alza. E ti rialza. Ti tira su.    Da dove stavi.    E ti porta fuori.  E ti tira fuori.  Da dove stavi.   Nel corpo.    Nel cuore e nell’anima.

Prendendola per mano.         Ecco la mano di Dio.     È la mano di Dio,  che tocca la tua.  Che ti da la sua grazia.  Che ti passa la sua grazia. Che ti grazia.       È  la mano di Dio,   che prende la tua.      È Dio, che ti prende per mano.   Che ti tiene nella sua mano.  Che ti tiene nel palmo della sua mano.

 

E la febbre la lasciò.    Entra Dio. Ed esce il male.    Ora ci sta Dio. E non ci sta più il male. Davanti a Dio  scappa il male.    Se ne va,  e non ci sta più.

Ed ella li serviva.       Ti sono tornate le forze   Del corpo.   Del cuore e dell’anima.   Ora non le sprechi più.    Ora non le butti più via, per niente.    Sono diventate le forze di Dio.  Te le ha date Dio. Sono le sue. Sono per lui.    E tu le usi per lui. Solo per lui.    Per il tuo Signore e il tuo Dio.

 

E  non sei  più malato.                                                                                                               Ora sei  in Dio.

 

 

 

 

 

 

La suocera di Pietro

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».  E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

 

 

Gesù è venuto  per guarire anche te,   dalla malattia del corpo,  del cuore  e dell’anima.       E tu,  che fai?      Ci vai da lui ?

 

Non ci vai.

Te ne stai li,   fermo, chiuso, bloccato,   imprigionato dal tuo dolore.   Che ti ha bucato         il cuore. Che ti ha spaccato il cuore.     E non ce lo fai entrare Gesù,  non glielo fai vedere,  non glielo fai toccare.    Lo tieni fuori.  Lo fai fuori.    E ti fai fuori.

Non solo non ci vai.    Ma scappi.  Fuggi.   Ti arrabbi con lui.   Te la prendi con lui.   Perché sei arrabbiato con te.   Perché vuoi scappare da te. E non ce la fai.    Perché hai perso te. E hai  perso lui.

 

Ci vai.

Sei caduto  a terra,   schiacciato da quella croce.   Vai da Gesù,   e lui ti prende per mano,  e  ti aiuta  a tirarla su,     e a rialzarti con lui,  come ha fatto lui.

Ti  è entrata nel cuore,  quella spina.    Ti ha ferito il cuore. Ti fa male al cuore.   Mettila tra le spine di Gesù,  sulla croce.    E lasciala morire, con lui.   E lasciala risorgere,  con lui.      E lasciala guarire.

 

E se un fratello,  non ce la fa.

Diventa i suoi piedi,   le sue mani,  il suo cuore.

E portalo  da lui.