Re della gloria

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.

 

Quando  viene il tuo momento di  gloria?  Quando trabocchi di felicità? Quando il tuo cuore sussulta  pieno, ripieno di  infinita gioia? Quando è riempito  al massimo grado? Quando è travolto, coinvolto  e preso in modo totale?   Cosa  ti fa esultare, lodare, inneggiare?  Cosa  prende tutto quello che sei? Quando raggiungi il massimo grado di quello che sei?

Davanti al tuo cibo preferito, sulla tavola della domenica.  Quando la tua squadra del cuore, vince una partita.  Quando hai superato il tuo rivale.   Quando hai qualcosa in più dell’altro.   Quando ti sembra di aver vinto, stravinto, sottomesso l’altro, umiliato, dominato,  asservito.

Prendi il tuo sguardo, alzalo dalle cose che sono a terra, per terra, vicine ai tuoi piedi,  basse, infime, piccole, fragili. Prendi il tuo sguardo  e alzalo in alto. Guarda lontano, guarda al futuro, al tuo vero futuro. Guarda  la tua meta,  la tua vera meta. Guarda il tuo senso. Guarda  Colui per il quale sei stato fatto. Volgi lo sguardo  a Colui dal quale vieni e al quale ritorni. Volgi lo sguardo a Colui che ti aspetta e ti viene incontro: il Re della gloria!

Verrà il Signore Gesù, con grande potenza e gloria!  Verrà a liberarti dalla morte, dalla caducità, dalla precarietà. Verrà a liberarti da ciò che ti chiude, ti blocca e ti  impedisce di arrivare a Lui. Verrà per farti raggiungere Lui. Verrà per completarti. Lui il Santo, verrà a prendere quello che sei e che hai, per santificarti.  Lui il Re della gloria, verrà per glorificarti. Lui il Re dei re, verrà per farti partecipare al suo Regno.  Per l’eternità.

Se  lo hai scelto.  Se  lo hai amato.  Se  lo hai  voluto.  Se  lo hai aspettato. Se  lo hai invocato.

Se  lo hai  proclamato

Re della gloria della tua vita.

 

 

 

Re

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
 Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

Chi è il tuo re? Chi è il re della tua vita, nella tua vita?

A che ti sei  inchinato? A chi hai dato il potere e la gloria? Chi hai lodato? Chi hai messo sull’altare?

Se ci  hai messo te stesso,  un’altra persona ,  una passione,  o una cosa,  hai fatto un regno tuo.  Un regno di questo mondo.  Un regno  sintetico,  sottomesso ad altri regni, ricattato, asservito, usato, corrotto.  Un regno di precarietà,  di illusioni,  di delusioni, pensato,  sognato,  virtuale.

Se entri nel Regno di Dio, entri in una dimensione nuova.  È tutto diverso, è un’altra cosa. Tutto è irradiato, illuminato, riscaldato, vivificato, da un centro.  Il centro  è Cristo glorificato dal Padre e dallo Spirito Santo.  È il  Re di tutto.  Il punto  a cui si riferiscono tutte le cose, l’origine e la meta di tutte le cose. Tutte le cose in Lui prendono vita e ritornano. Tutte le cose in  Lui acquistano senso, significato, consistenza ed esistenza.

Anche tu sei stato creato in Lui e per Lui. Anche la tua vita esiste in Lui e per Lui.

Se fai di Lui il tuo  Re, il tuo centro, il centro di tutta la tua vita, il centro di tutte le tue cose, allora ti accorgerai di essere entrato nel suo Regno.  Nel Regno di Dio.  Nel Regno del Padre.

Nella volontà di Dio.

Nello Spirito di Dio.

Nella vita stessa di Dio.

 

 

 

Viene

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.  Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

 

Cerchi di organizzare tutto,  controllare tutto, gestire tutto,  per essere sicuro, tranquillo. Cerchi di prevedere, provvedere, sapere, impostare, per arrivare prima, per sapere prima, per non avere sorprese.

Poi ti accorgi che non ce la fai. Che la vita non si fa incatenare. Quando ti ritrovi tu incatenato alla vita, costretto, soggiogato, imprigionato, vinto, allora ti sembra di aver  perso tutto. Ti sembra di crollare, ti casca il mondo. Tutto il tuo mondo. Pensi che è finita.

Non è la fine, è l’inizio. È l’inizio della vita vera, della vita di Dio, della vita in Dio.  Quando muore, crolla  la tua superiorità, nasce l’umiltà, quando finisce la tua grandezza, nasce la tua piccolezza, quando perdi la tua ricchezza, c’è posto per la povertà. È il tempo di Dio, è il momento di Dio, è la venuta di Dio nella tua vita.

Verrà il Signore,  con grande potenza e gloria. È Lui il trionfo sul mondo. È Lui il Signore del mondo. È Lui il centro del mondo.

Se fissi gli occhi su di Lui, fin da ora, se metti il tuo cuore in Lui, fin da ora, se fai di Lui il centro del tuo mondo, fin da ora, se Lo scegli fin da ora, allora Lui, sceglierà te.

Ti radunerà insieme ai suoi eletti e farai parte della sua gloria.

 

Allora anche tu, insieme allo Spirito Santo, e insieme alla Sposa, potrai dire:  Signore Gesù,  Vieni!

 

 

 

La vedova

Gesù  diceva alla folla: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

 

Sei tu, la vedova. Quando hai perso una persona cara, un tuo appoggio, una tua sicurezza, il lavoro, la salute. Quando hai perso l’onestà, la verità, la giustizia, la carità. Sei vedovo di te stesso.

Allora puoi fare come gli scribi. Puoi non vedere la tua povertà, la tua mancanza. Puoi negare la tua mancanza. Puoi diventare  cieco verso di te,  e guardarti solo con gli occhi degli altri. Puoi vivere degli occhi degli altri.

Così ti compri  vestiti costosi, firmati, per essere considerato dagli altri. Cerchi sempre i primi posti per essere notato, per essere visto, per esser ammirato. Devi essere  davanti, primo, mostrato, per non essere dimenticato dagli altri. Devi essere superiore, per importi agli altri. Così rinneghi e perdi la tua vera casa e perdi te stesso.

Oppure puoi fare come la vedova. Riconoscere la tua povertà, la tua mancanza. Aprire i tuoi occhi su di lei. Raccoglierla con le tue mani e portarla nel tempio di Dio. Puoi metterla nelle mani di Dio, e donarla a Dio.

Puoi mettere nelle mani di Dio, tutto quello che hai.  Il tuo cuore, la tua anima, il tuo corpo, la tua mente, la tua vita.  Punta tutto su di Lui. Metti tutto in Lui. Tutto. Anche quello che non hai. Anche quello che hai  perso.

Ti accorgi allora che quello che hai donato a Dio,  si è santificato in Dio.

La mancanza, diventa presenza.

La privazione, diventa sazietà.

La precarietà, diventa sicurezza.

La povertà, diventa ricchezza.

 

Il tutto, che hai donato a Dio, è diventato il tutto anche per te.   È diventato il tuo tesoro.

 

 

 

Il prossimo

 

“Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

 

Se  Dio  è per te il  Signore tuo  Dio, l’unico, il vero, il solo  Dio, se lo ami veramente con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze,  allora ti accorgi di far parte di un’unica famiglia. Un’unica grande famiglia,   in cui  quello che ti sta vicino, quello che è prossimo a te, il tuo prossimo, è un tuo  fratello.

Quello che ti sta vicino,  non è quindi un estraneo, uno sconosciuto, un fastidio, una persona inutile, scomoda, inopportuna. Non è uno che  ostacola  la tua vita, non è un pericolo per la tua vita, per la tua quiete, per la tua pace. È un tuo  fratello. È parte  della tua famiglia.  È carne della tua carne, anima della tua anima, spirito del tuo spirito. Non ne puoi fare a meno.

Se si comporta male, non lo rinnegare. Se si ammala, non lo lasciare, se si allontana, non lo abbandonare.

Se gli fanno del male, se lo insultano, lo odiano, lo violentano, lo hanno fatto a  una parte di te. Lo hanno fatto a te. Difendilo, come per riscattare una parte di te umiliata. Aiutalo, come per curare una parte di te ferita.  Amalo, come per consolare una parte di te  rifiutata.

Difendendo lui, difendi anche te stesso. Aiutando lui, aiuti anche te stesso.  Amando lui, ami anche te stesso.

 

 

 

I Santi

«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.  Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.  Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.  

 

Solo Dio è Santo. Lui è il Santo. Partecipare della sua vita, della sua grazia, del suo Spirito, ti  fa santo. È lui che ti santifica.

Quando sei umile e non superbo, quando sei mite e non violento, quando sei nel pianto, quando hai fame e sete di giustizia, quando sei perseguitato  per la giustizia, quando ti  condannano, ti  insultano e ti mettono in croce perché sei come Gesù, allora sei beato tra i beati.

Allora  scopri che non sei solo. I santi sono vicino a te, alla tua destra e alla tua sinistra, per sostenerti, per consolarti. Ti accolgono tra di loro.   Fai parte di una processione di beati e di santi, che va verso il Padre. Loro ti portano, ti accompagnano così, verso il Padre. Sono con te, camminano con te al tuo fianco, per sostenerti, per appoggiarti, per condividere con te quel momento di grazia. Sono in comunione con te in quel momento di grazia.

Quando decidi di scegliere il bene, la giustizia, la verità, il perdono, la pace, è come se raggiungessi un traguardo, dopo una lunga corsa ad ostacoli. È come se facessi un gol, dopo tanti passaggi e tanta fatica. La comunità dei santi, la Chiesa celeste, partecipa di ogni tua scelta. È come se fosse sugli spalti dello stadio, a fare il tifo per te. A farti coraggio, a sostenerti con il proprio appoggio, il proprio assenso. È in trepida attesa, per tutti gli sforzi che fai, è in tensione per la fatica che fai e per il timore che rinunci. Ma quando arrivi al traguardo e lo superi, quando fa il gol,  esplode di gioia, esulta, grida, fa festa e loda il Signore insieme a te, con te e per te.

I santi sono alla presenza di Dio, per adorarlo. Sono presenti anche nella Messa, nella consacrazione, perché lì viene lo Spirito Santo e Dio diventa presente realmente, nell’Eucaristia.

Sono lì, davanti a Dio, alla Trinità di Dio, inchinati, ad adorarlo. A riconoscerlo come Dio e il Signore. A lodarlo. A glorificarlo, a rendergli grazie. Sono lì presenti insieme agli angeli di Dio.

Fai come loro. Loda con loro, esulta con loro, adora con loro. Canta con loro, insieme a  loro, la gloria di Dio.

 

 

 

Cieco

Il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».  Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!…Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

 

Prima di tutto riconoscersi  ciechi. Ciechi nel cuore. Con le tenebre nel cuore. Con le pene, il dolore, le angosce che ottenebrano il cuore, che lo debilitano, che lo fanno morire. Ciechi nell’anima. Con il peso della propria illusione di grandezza,  di efficienza, di maestria, di regalità. Con l’anima accecata dalla propria cupidigia, dal possesso, dall’avidità. Con l’anima senza luce, senza speranza, senza gioia, senza vita.

Quel cuore cieco e quell’anima cieca, ti hanno fatto diventare un mendicante. Povero, solo, isolato, rifiutato, annullato. Ti hanno impoverito il cuore, ti hanno portato a mendicare l’attenzione, a elemosinare l’approvazione. Ti hanno umiliato, levato la dignità, la stima, la verità, l’onore. Ti hanno isolato anche da te stesso.

È allora che lo senti passare, il Signore, il Figlio di Dio, il Salvatore. E allora senti che solo lui ti può salvare, solo lui può curare quella cecità, solo lui la conosce. Allora con tutte le tue forze e la tua disperazione, ti alzi e cominci  a gridare forte per farti sentire, per paura che passi oltre, per paura di perderlo, per paura di rimanere senza, per sempre.

“Figlio di David, Gesù, abbi pietà di me!”   Aiutami, soccorrimi,  metti  il tuo cuore su di me.  Sono cieco, mendicante, povero, disperato. Sono stanco, sfinito, deluso,  disperso. Abbi pietà della mia povertà, della mia fatica, del mio dolore, della mia miseria, della mia piccolezza!

Gesù ti ascolta. Ascolta il tuo grido, la tua invocazione, e si ferma. Ti chiama e ti incontra viso a viso. Ma prima ti chiede: “Cosa vuoi che io faccia per te?” Lo sa quello che ti serve,  ma  vuole che tu lo dica, che tu faccia la tua professione di fede.

“Rabbunì, che io veda di nuovo”. Maestro, Signore, fa che io sia guarito dalla mia cecità,  porta via le tenebre dal mio cuore e dalla mia anima. Tu lo puoi fare, perché tu sei il Signore, tu sei Gesù, il Dio che salva, tu sei venuto a salvarmi. Sei venuto a portare la luce vera. Tu sei la luce vera. Tu sei la luce che fa vedere. Vieni nel mio cuore a  illuminarlo, vieni nella mia anima a liberarla.

È allora che il Signore ti salva, perché tu  hai chiamato, tu hai voluto, tu hai creduto. Le tenebre se ne vanno, gli occhi si aprono, si riempiono di luce, di colori, di senso, di significato, di gioia. Non  sei  più cieco, non  sei più  mendicante, non sei più solo.

Ha incontrato il Figlio di Dio, e non lo lasci più.

 

 

 

Al primo posto

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra»….«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Al primo posto, a qualunque costo. A costo di tradire, di usare, di corrompere, di ingannare, di uccidere. Al primo posto, davanti a tutti, sopra a tutti. Al primo posto per comandare, per dominare, per sentirsi i re, i padroni assoluti. Per guardare tutti dall’alto, per sentirsi grandi, invincibili, intoccabili.  Al primo posto per non essere messi in discussione. Per essere serviti, temuti, riveriti. Al primo posto per essere visti, ricercati, adorati, osannati come un Dio. Per essere Dio in terra. Per prendere il posto di Dio.

Al primo posto vicino a Dio, nel Regno di Dio, accanto a Lui, accanto al suo trono, alla sua regalità, nel suo trionfo, nella sua gloria.

Ma come fai a stare vicino al Figlio di Dio, a far parte della vita di Dio, del Regno di Dio, se non sei come lui? Se non ne prendi parte fin da ora?

Stare con Gesù significa essere come Lui. Partecipare di Lui, fare quello che ti  ha detto, seguirlo sulla sua strada, vivere la sua vita. Percorrere la strada che ha segnato, che ha tracciato per primo, che ha percorso per primo, verso il Regno di Dio Padre.

Il vero regno non è  potere,  dominio, oppressione, che schiaccia e distrugge  gli altri e anche chi lo usa.

Il vero Regno è partecipazione del Padre, del cuore del Padre, della vita del Padre. È uscire fuori da sé per andare verso l’altro, per portare all’altro l’amore del Padre per lui, per portare il sorriso, la gioia del Padre per lui, per portare il perdono del Padre verso di lui, per donare la vita del Padre a lui.

Come Gesù, in Gesù e attraverso Gesù. A qualunque costo. Al suo posto.

 

 

 

I soldi

 

«Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.”

 

 

Ti sembra di seguire Gesù, di essere un bravo discepolo. Scrupoloso, attento, fedele. Hai seguito tutte le regole e sei  pronto a seguirne ancora di nuove. Per essere ancora più bravo.

Ma la prova del nove, sono i soldi. Quando si tratta di soldi, capisci dove è il tuo cuore. Quando si tratta  di soldi,  di potere, di avere,  di possedere, capisci dove è  il tuo cuore. È lì,  attaccato, incatenato, posseduto. Non rinunci, non molli, non lasci.

Quando si parla di soldi, capisci chi è il tuo padrone e il tuo Dio. Per questo non riesci a seguire Gesù.

Rinunci al  Tesoro vero, prezioso,  alla vera ricchezza, al centuplo di quello che hai. Alla vita eterna.

E torni indietro alla tua vita mortale. Torni indietro dal tuo padrone.

 

 

 

Seguimi!

 

 

“Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni!  Seguimi!»

 

Non è un invito per la vita religiosa, non è  solo per i preti e le suore. È  per ognuno di noi.  È per te. Vendi tutto. Vendi, lascia tutto quello che ti lega, che ti chiude, che ti imprigiona, che ti domina.  Liberati, sciogli quelle catene. Non permettere che ti rubino il cuore, che ti mangino l’anima.

Seguimi. Vieni.  Si, Signore, vengo. Tu sei il Figlio di Dio. Tu sei l’Amore di Dio che si rivolge a me e mi guarda in profondità. E mi sceglie e mi chiama. E aspetta la mia risposta. Un amore totale che aspetta una risposta totale. Si, Signore, lascio tutto e vengo da te, vengo con te, resto con te.

Esco dai  miei rifugi, dai miei nascondigli, dai miei sotterfugi. Esco dei miei gusci, che mi proteggevano, esco dalle false sicurezze che mi nutrivano. Vengo Signore,  per stare con te, per camminare con te. Per andare con te, dove tu vorrai. Per fare come te.

Domani sarò ancora con te, vicino a te, mentre lavoro, mentre cammino, mentre parlo, mentre mangio. Con te, al mio fianco, dove tu mi porti, dove tu mi vuoi,  con il tuo sguardo pieno di amore per me, nei miei occhi.  Per sempre,  per l’eternità.