Pescatori di uomini

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Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

 

Gesù va in Galilea. Inizia dalle zone più periferiche, più lontane, più degradate, più disprezzate. Inizia dalle parti che vivono nelle tenebre, per portare  la nuova luce.

Fai entrare anche tu, Gesù, nelle tue parti più lontane, nelle tue periferie, nelle tue parti emarginate, povere, rifiutate, malate, negate. Per spezzare il giogo che ti opprime, la sbarra sulle spalle, il bastone del tuo aguzzino. Solo lui lo può fare, solo lui ti può liberare.

Come Pietro,  lì ti aspetta, lì incontra,  lì ti chiama.  Ti ha scelto da sempre, ti ha eletto, amato da sempre. Ora ti chiede di seguirlo. Di stare con lui, di fare come lui, di imparare da lui, di essere come lui. Pescatore di uomini.

Pescatore. In quale mare? Nelle profondità di te stesso. Nella profondità dell’animo degli altri uomini. Dove c’è la parte più vera, più primaria, naturale, viva. Se non sei pescatore di te stesso, non puoi esserlo per gli altri.

Con quale rete? La rete di Gesù. La rete di Gesù è la croce.  È fatta di tante piccole croci vicine. È la croce, il sangue della croce, che salva, che perdona, che libera.

È la croce, l’insieme di tante croci, la rete,  che accoglie gli uomini, li raccoglie, tutti insieme.  Li tiene, li contiene, li porta, li trasporta, li conduce alla luce della resurrezione.  Li abbraccia tutti insieme tra le braccia del Padre.

È la croce che li richiama, tutti insieme, li muove, li attrae, attraverso lo Spirito Santo. Li chiama, come tu sei stato chiamato.  Come tu sei stato mosso, attratto da lui.  Se tu, sei stato attratto da lui.

Con chi?  Pescatori  insieme.  Insieme a Gesù, insieme agli altri chiamati. Uniti, dal suo sguardo, attratti dal suo sguardo. Uniti dal suo cuore, presi dal suo cuore.  Nutriti dal suo cuore. In comunione, nel suo cuore.

Come Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni, è Dio che ti chiama. Non perdere l’occasione. Non aspettare oltre. Non indugiare, non tergiversare. Non rimandare. Non c’è tempo.

Lascia. Subito. Lascia le cose di prima e alzati, e vai.  Seguilo.  Comincia la tua nuova vita.

Vera, viva, divina, eterna. Infinita.

 

 

 

 

Ecco l’Agnello di Dio

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

 

 

Ecco,  Gesù  ti viene incontro.  Eccolo lì,  davanti a te.  Il suo volto davanti al tuo, i suoi occhi nei tuoi, il suo cuore  nel  tuo. E tu che fai?

Come Giovanni,  lo riconosci e dici chi è.  Lo indichi.  Lo riveli. Lo annunci  a tutti.

Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!    Quanto male, quanto peccato, quanto dolore nel mondo.  Chi lo regge?  Chi lo sopporta? Chi lo vince?  Solo un Dio lo può fare.  Gesù è venuto per questo.  Per prendere su di sé il male del mondo, per portarlo sulle sue spalle, per affrontarlo, per vincerlo.

Lo vince come agnello di Dio.  Mansueto, umile, innocente, puro, docile  a Dio. Docile alla volontà di Dio. Teneramente abbandonato alla volontà del Padre.  Perché  è il Padre che lo ha mandato per togliere il peccato e salvare il mondo.

Come lui, con lui e in lui,  anche tu puoi abbandonarti alla volontà del Padre,  lasciare che si compia in te  la sua volontà, il suo progetto di amore, di salvezza.  E anche tu diventerai  un agnello di Dio.

È colui sul quale discende e rimane lo Spirito.    È lo Spirito di Dio, Dio stesso che te lo indica, che te lo segna, che te lo insegna.  È lo Spirito Santo  il segno,  che quello è Gesù.  Su di lui discende perché viene dal Padre, è l’amore del Padre, è l’unione con il Padre.

E rimane, dimora.  Lo Spirito di Dio è con lui, sempre. E con lui è il Padre.  E la Trinità.  In lui è presente tutta la Trinità.   Se tu sei in Gesù, anche su di te scende lo Spirito Santo e rimane.  Ti riempie, ti nutre, ti consola, ti protegge. Ti ripara.

È colui che battezza nello Spirito Santo.     Lo Spirito Santo è disceso su di lui, è con lui. Ora il battesimo non è più nell’acqua.  Ora è  immergersi in  Gesù, ripieno di Spirito Santo, dello Spirito di Dio. È immergersi  nello Spirito Santo. È lo Spirito Santo che ti lava, ti purifica, ti santifica. Ti separa dal peccato, vince il male e la morte. Ti fa entrare nella vita di Dio.

Figlio di Dio.   Gesù è veramente Dio.  È il Figlio, che con il Padre e lo Spirito Santo, completa, forma, la Trinità. È Dio stesso.  È la parte visibile del Dio invisibile. Tutte le cose sono state create in lui e in vista di lui e tutte in lui sussistono. Tutte le cose visibili e invisibili in lui trovano il loro centro. In lui si incontrano, in lui si riconciliano. In lui si riunificano.

Come Giovanni, hai visto, toccato, sperimentato, vissuto, ricevuto lo Spirito Santo.  Solo allora puoi testimoniare Gesù. Perché è lo Spirito Santo che lo annuncia, che lo rivela, che lo indica, che lo svela.

Come Giovanni, non farlo solo a parole, ma con i fatti, con le opere, con la tua vita. Diventa tu stesso, un annuncio vivente, un segno di Dio. Un cartello,  una traccia, una prova, un richiamo, un dito .

Che indica il Figlio di Dio.

 

 

 

 

Il Battesimo del Signore

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.  Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

 

 

Perché Gesù si è fatto battezzare?  Per dirti chi è lui, chi sei tu e come ti salva.

Lui è colui che si affida al Padre.  Lascia fare al Padre.  Si affida alla giustizia del Padre.  Si immerge nella sua volontà. Si lascia coprire, ricoprire dalla sua volontà. E’ allora che si aprono i cieli.  È allora che il Padre si manifesta e rivela chi è il Figlio.  È il Padre che parla del Figlio. È lui che lo testimonia, lo riconosce, lo afferma, lo proclama, lo glorifica.

Prima con i fatti. Lo indica. Fa discendere su di lui lo Spirito Santo.  Fa posare su di lui il suo Spirito.  Posa su di lui il suo cuore.  Poi con la voce.  È la voce di Dio  che risuona, esalta, celebra. Canta  il mistero, la santità, l’eternità di quel fatto.

Questi è il Figlio mio, diletto, prediletto. L’amato.  In lui ho posto, riposto, basato il mio compiacimento. In  lui,  ho messo la mia gioia.  Lui,  è la mia gioia.

Quel battesimo rappresenta anche il tuo.  Gesù rappresenta quello che è stato il tuo battesimo in lui.  Quello che è stato, ma anche quello che vivi, rivivi, nei sacramenti. Il battesimo che  rinnovi, in tutti giorni, in tutti i momenti.

Come Gesù, lasci  fare a Dio, alla giustizia di Dio. Ti lasci fare. Ti abbandoni alla sua volontà. Dici di sì alla sua volontà. Ti affidi, qualunque essa sia, dovunque sia, comunque sia.  Lo lasci fare.

Come Gesù, ti immergi  nell’acqua della sua volontà. Ti lasci avvolgere dalla sua volontà. Ti lasci portare dalla sua volontà.

È allora che si aprono i cieli,  si apre il paradiso  e il Padre si manifesta,  si rivela. Manda il suo Spirito su di te, fa discendere  il suo Spirito su di te. Ti copre, ti ricopre, ti avvolge, ti riempie con lo Spirito Santo. Ti lava con lo Spirito Santo.

E poi ti fa sentire la sua voce che proclama, che tu sei suo figlio.  Suo figlio amato, eletto, prediletto.  In te ha riposto il suo compiacimento.  La sua gioia.  In te è la sua gioia.

Sei  ripieno dell’amore e della gioia di Dio.

Portala ai tuoi fratelli. Vivila, condividila, con i tuoi fratelli.

 

 

 

 

 

Epifania

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».  Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

 

Ti hanno riempito gli occhi di luci sintetiche, artificiali, virtuali. Ti hanno abbagliato, accecato con luci finte, fredde, programmate. Ti hanno riempito fino all’orlo, per non farci entrare la luce vera.

Invece la luce vera è apparsa nel mondo. Il Signore è venuto nel mondo. La sua gloria si è manifestata.

Come i Magi, la vedi spuntare anche tu, la tua stella. La vedi brillare in uno sguardo,  in una parola, in un abbraccio,  in un cuore, che sa di cielo, che viene dal cielo, che sa di Dio.  È un segno del cielo che ti chiama e ti porta a Dio.

Come i Magi, alzati, guarda in alto, rivestiti di quella luce e seguila.  A qualunque costo, in ogni posto. Lascia la tua terra e vai. Perché ti aspetta Dio. Dio viene prima di tutto quello che hai.

Ti lasci portare.  Non ti scoraggi se non la vedi più, perché è oscurata dalle nubi, dalle pene, dai dubbi. Non torni indietro. Sai che c’è lo stesso. Sai che ti porterà fino in fondo.

Per strada incontri altre persone che la seguono come te  e ti accorgi che non sei più solo.  E il cammino è più bello insieme,  più luminoso.

Come i Magi, incontri  Erode, i capi  e gli scribi. Loro non la vedono la stella, perché non la vogliono vedere. Le conoscono le scritture, ma le portano sulle labbra, non le portano nel cuore. Non si muovono, non partono. Sono fermi, immobili.  Non aspettano Dio, non lo vogliono Dio. Non lo vogliono il re, perché si sentono loro l’unico e il solo re, l’unico e il solo Dio.

Come i Magi, arrivi alla meta. La stella, la luce di Dio, la gloria di Dio, si ferma sopra al Bambino Gesù. È lui il Signore, il tuo Signore. Lo riconosci, e lo adori. Ti inginocchi, ti getti ai suoi piedi. Immergi  in  lui,  il tuo corpo, il tuo cuore, la tua anima.  Nel suo splendore.

Come i Magi, metti ai suoi piedi  l’oro,  il tuo tesoro, i soldi, il potere. Perché lui è l’unico Re, l’unico tesoro.

Metti ai suoi piedi l’incenso,   la spiritualità,  la divinità,  la sacralità,  perché lui è l’unico Dio e l’unico Signore.

Metti  ai suoi piedi  la mirra,  il dolore, il sacrificio, la morte.  Perché lui è  l’Uomo deposto dalla croce,  è  la salvezza,  e la resurrezione.

Sei li, con gli occhi ripieni di Dio. Ripieni della luce di Dio.   Al ritorno, porta quella luce ai tuoi fratelli. Guardali con quella luce.

E diventerai anche tu una stella,  per loro.

 

 

 

 

Il Verbo di Dio

Rubens_The_Trinity_Adored_By_The_Duke_Of_Mantua_And_His_Family - Copia

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.  A quanti però lo hanno accolto  ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne  e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre,  è lui che lo ha rivelato.

 

 

In principio era il Verbo, il Figlio di Dio.  Era Dio, con il Padre.  Tutte le cose sono state create per mezzo di lui,  e in vista di lui.  E tutte sussistono in lui.

Senza di lui,  non c’è il cielo, non c’è il sole, la luna e le stelle.  Non c’è l’aria che respiri.  Non c’è la terra dove cammini.  Senza di lui non c’è l’acqua, il mare, la collina.  Non c’è il figlio che ti ama, l’amico, la moglie. Senza di lui non ci sei tu.  Non ci sei mai stato.

Come fai  a stare senza di lui?   È stare senza di te.  È stare senza tutto.  È stare senza,  e basta.

In lui c’è tutto.  In lui tutto trova posto, ordine, senso.  In lui tutto è nato.  E a lui tutto ritorna.  Anche tu.  Come fai a stare senza di lui?

Ora quel Tutto è venuto in mezzo a noi,  per stare con noi.  A portare la vita vera e la luce vera agli uomini,  e anche a te.

Ma a volte, tu non la vedi.  Sei come un cieco davanti al sole, non lo vedi.  Perché hai gli occhi chiusi.  Occhi  pieni di altre cose.  Occhi coperti, tappati, mascherati.  Occhi sporcati, rovinati, malati.

Per vedere il sole devi  ripulire gli occhi.  Levare quello che non ti fa vedere, che ti impedisce di vedere.  Levare tutto il negativo che ci hanno messo. Tutto il cattivo che ci hanno infilato. Tutto il dolore che ti ha accecato.

Allora ritrovi il sole.  Vedi la luce.  Accogli  la luce vera.   Accogli  il Figlio di Dio che ti rivela il Padre.  Puoi scoprire il primo Padre,  il vero Padre,  il Padre originario.

Poi ritrovare le tue radici, la tua strada, la tua meta.  E  nasci anche tu, come Figlio di Dio.

Ed è Natale, anche per te.

 

 

 

 

Madre di Dio

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.  I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.  Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 

 

Sono li, davanti a lei,  i pastori.  Gli umili, i poveri, i piccoli,  a cui ha parlato Dio.  Scelti da Dio, chiamati da Dio, mandati da Dio,  anche a lei.  Maria li accoglie e custodisce nel suo cuore tutto.  Anche loro.

Metti la tua piccolezza, la tua debolezza, la tua mancanza, la tua povertà,  la tua ferita, nel suo cuore.  Rifugiati nel suo cuore.   E lei ti custodisce.  Ti tiene al riparo. Ti protegge. Ti  ama. Ti consola.  Si prende cura di te, con il Figlio e nel Figlio.  È tua madre.  È la Madre di Dio,  e anche madre tua.  Ecco chi è Maria.

 

Otto giorni dopo la nascita, viene dato  il nome.  Viene dato,  decretato, annunciato.  Il nome è stato scelto da Dio,  e rivela chi è il Figlio.  Un nome santo ed eterno.  Gesù, che significa: Dio che salva.  Ecco chi è Gesù.  Ecco la sua identità, la sua essenza.  È Dio che salva.  Dal male, dal peccato e dalla morte dell’anima. Solo lui lo può fare.

Non è un uomo. È un Dio che salva.  Non è una salvezza virtuale, potenziale, ipotetica, transitoria. La salvezza di Dio è una realtà, è un fatto, un evento divino.   Appartiene a Dio. Viene da Dio. È Dio stesso.

Ecco chi è venuto in mezzo a noi.  Dio che salva.

Con i pastori, vai da lui. Senza indugio. Cercalo, raggiungilo, adoralo.

E troverai Dio,  il suo volto,  e la pace.

 

 

 

 

La sacra famiglia

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».  Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

 

 

Erode è tornato.  Erode uccide ancora.  Ci sono tanti modi per uccidere i bambini.  Abortirli, prima ancora di nascere, per eliminare un ostacolo.  Ucciderli, per prelevare gli organi.  Rapirli, per venderli  al miglior offerente.  Usarli come schiavi,  per costruire mattoni.  Usarli come soldati,  per uccidere altri bambini.  Usarli, abusarli,  confonderli,  plagiarli.

Programmarli,  riempirli di cose inutili, vane, vuote.  Riempirli fino all’orlo,  per non farci entrare altro. Spaventarli con la violenza,  terrorizzarli con il sadismo.  Violentarli con la sessualità imposta, sfrenata, perversa.

Come Erode,  chi scatena il male e la violenza contro i bambini, vuole uccidere Dio, il Figlio di Dio.  Uccide Dio nel profondo dell’animo, nelle sue radici, nella sua carne, nel suo futuro.

Come Giuseppe e Maria,  proteggi i tuoi figli dal male e dalla violenza.  Portali lontano, difendili, riparali.  Perché il male e la violenza,  ripetuta, continua, esibita, esaltata, glorificata,  cancella Dio nei loro cuori.  Prende il posto di Dio, nei loro cuori.  Brucia i loro cuori.  Li fa diventare insensibili,  indifferenti, passivi, amorfi. Senza vita. Morti.

Non ti stupire poi, se li vedi impassibili, inerti,  svuotati.  Sono diventati dipendenti, schiavi.  E solo Gesù bambino li può liberare da quelle catene, da quell’oscurità, da quelle tenebre, così spesse, intense, profonde.

Prendi  il tuo bambino e portalo da Gesù e mettilo tra Maria e Giuseppe e lascia che sia riscaldato, rivestito, custodito da loro.  Lascia che sia liberato, risanato, salvato, dal Figlio di Dio.

Metti la tua parte bambina, tra Maria e Giuseppe.  Falli diventare i tuoi genitori e Gesù tuo fratello.  Falli diventare la tua famiglia.  Metti la tua parte bambina in loro e con loro e falla difendere, proteggere, tutelare, custodire, benedire e santificare.

Come Maria e Giuseppe, al ritorno a Nazareth, falla vivere insieme a loro, nella semplicità, nell’umiltà, nella piccolezza, nella tenerezza, nell’amore di Dio.

Come Maria e Giuseppe, entra a far parte della famiglia di Dio,  con Dio Padre e  tutti i suoi figli.

 

 

 

 

 

E’ nato Gesù!

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.  Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.  Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».  E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli  e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

 

Perché Gesù è nato in una stalla?   Perché è venuto nella miseria?   Perché è stato scacciato da tutti?   Perché nessuno lo voleva?

È venuto nel buio,  perché lui è la Luce.

È venuto nella notte,  perché lui è il Sole che sorge.

È venuto nel freddo,  perché lui è il Calore.

È venuto nella povertà,  perché lui è la Ricchezza.

È venuto nella debolezza,  perché lui è la Forza.

È venuto nella solitudine,  perché lui è la Relazione.

È venuto nell’indifferenza,  perché lui è l’Amore.

È venuto nell’umiltà,  perché lui è il Re della gloria.

È venuto nella semplicità,  perché lui è la Totalità.

È venuto nel silenzio,  perché lui è la Musica.

È venuto nel niente,  perché lui è il Tutto.

Il Signore del cielo della terra, il Figlio di Dio, Cristo Gesù,  è venuto in mezzo a noi.  Canta, danza la gioia. Con il cuore, con le mani, con i piedi, con tutto quello che sei. Diventa una lode, un inno, un annuncio vivente.  Una stella splendente per i tuoi fratelli.

L’angelo del Signore che prima si è rivolto a Maria e poi a Giuseppe,  ora si rivolge te.  Non temere!  Basta angoscia, basta pianto, basta disperazione.  Oggi è nato per noi  il Salvatore, che è Cristo Signore!  Ti dà un segno, un cammino, un posto.  Lo trovi nell’umiltà.

Si è aperto il cielo.  Ora puoi cantare, danzare la gloria di Dio, insieme agli angeli e ai santi. E insieme ai tuoi fratelli,  che Dio ama.

 

 

 

 

 

Giuseppe e l’angelo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.  Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

 

Dio viene nella notte. Come Giuseppe, ti ritrovi nella notte. Non riesci a capire, non riesci a gestire, non sai che fare. Sei stato spiazzato. Il tuo progetto  preciso, sicuro, ordinato, è saltato, è sconvolto, è cambiato.  Era un progetto umano. Non contemplava Dio. Un Dio vivo, vero, il Figlio di Dio.

Come Giuseppe, non vivi la profezia. La venuta di Dio è qualcosa che riguarda gli altri, qualcosa che capita agli altri. Come lui, non pensi che può capitare a te. Che il Signore Dio, il Figlio di Dio, ha scelto proprio te, per entrare nel mondo, per salvare il mondo. Che è venuto proprio nella tua piccola storia, nella tua povera vita.

Come Giuseppe, alla luce della ragione, puoi essere tentato di rifiutarlo. Di ripudiarlo. Di allontanare Maria, che te lo porta. Di separartene, di andartene, di lasciarlo solo.

Ma Dio interviene. Manda il suo angelo. Sei stato scelto proprio tu. Non temere, sei entrato nel progetto di Dio. Ci sei dentro.  Ne fai parte. Non puoi andare via. Non puoi tirarti indietro.

Ti rivela che  il Figlio,  è generato dallo Spirito Santo. È il tuo Creatore. È il tuo Signore. Ti riguarda. È più intimo di un figlio. È più di un figlio. E ha bisogno di te.

Ti chiede il tuo si. Ti chiede di essere lo sposo di Maria che lo porta. Di unirti  al suo si. Di essere un unico si.  Un sì completo, integro, totale, universale, a Dio.

Ti chiede di fare il padre. Di prenderlo con te. Di farlo tuo, di farlo diventare parte di te. Di unirti a lui in modo definitivo. Di essere il  custode, il  tutore. Di presentarlo al mondo con il nome di Gesù, per annunciare chi è:  ‘Dio che salva’.

Come Giuseppe, destati dal sonno!  Svegliati!  Alzati  e parti.  Fai quello che ti chiede Dio. Sposa il mistero di Dio. Diventa il custode di quel mistero.

Ora la famiglia è completa.  Ora Gesù, può nascere.

 

 

 

Giovanni Battista

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».  Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.  In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

 

 

Come Giovanni,  anche tu puoi essere imprigionato, incatenato, carcerato.  Chiuso dentro le sbarre delle tue paure, delle tue angosce, del tuo male.  Anche tu puoi essere smarrito, vacillante, sfinito.  E aspetti che qualcuno venga a salvarti,  a risollevarti, a liberarti.

Come Giovanni,  anche tu puoi chiedere a Gesù:  “Sei tu quello che deve venire? Tu sei il Figlio di Dio? Tu mi puoi salvare?

Ecco, Gesù ti risponde con i fatti. I fatti annunciano il Figlio di Dio. I fatti annunciano il Salvatore. Quando il Signore viene, tutto non è più come prima.  Quando lo lasci entrare veramente in te,  tutto  cambia e si trasforma. Radicalmente, totalmente, concretamente.

Eri cieco.  Non volevi  vedere.  Eri nell’oscurità dell’ipocrisia, dell’invidia, della falsità. Davanti alla luce di Dio, i tuoi occhi non ce l’hanno fatta più, a stare chiusi.  Si sono aperti, per riempirsi di Dio.  Per riempirsi dei colori di Dio.  Per vedere la verità. Per vivere della verità. Per non fare più a meno della verità.

Eri sordo.  Non volevi sentire.  Eri apatico, insensibile, ostinato, isolato. Davanti alla voce di Dio, i tuoi orecchi si schiudono. Per sentire la parola di Dio, il suono di Dio, la musica di Dio, il canto degli angeli. E ascoltare con Dio, i fratelli.

Eri zoppo.  Claudicante, mendicante, storpio. Storto, contorto, distorto. Incerto, insicuro, impedito. Viene Dio che è  la base, la radice, la roccia,  il  fondamento.  E cominci a camminare sicuro. Salti come un cervo per la gioia, incontro al tuo Signore.  Danzi, per la gioia di lodare il tuo Signore.

Eri lebbroso.  Sfigurato, mutilato, rifiutato, escluso. Viene Dio, il Creatore, e ti ridà forma,  ti ricompone,  ti ricongiunge,  ti rifà, intero, integro, risanato.

Eri morto.  Indifferente, rigido, amorfo, indolente. Seccato, pietrificato, sterile.  Viene il Signore e ti ridà la vita,  ti fa rinascere, ti fa risorgere.

Eri povero.  Depredato, usato, calpestato. Dimenticato, disprezzato, negato. Viene Dio, il Signore del cielo e della terra, e diventi ricco, dignitoso, fiero.  Sollevato, elevato, onorato.  Diventi la vera ricchezza,  il vero tesoro del cielo.

Come Giovanni, puoi dimorare nel deserto,  nell’essenza, nella sostanza, nella verità delle cose. Senza farti piegare dai  venti,  e senza farti usare dai potenti.

Come Giovanni,  puoi  indicare il Signore.  Puoi annunciarlo. Puoi diventare il suo messaggero.  Puoi essere la voce.  Puoi essere la gioia.  Puoi essere la pace.  Puoi essere l’amore.  Puoi essere la musica.  Puoi essere il canto e la danza. Insieme agli angeli e ai santi.

Per accogliere Dio  che viene in mezzo a noi.