Corpus Domini

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In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.  Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

 

 

Se non mangi, muori. Non si può stare senza mangiare. Senza cibo, senza nutrimento.  Al corpo glielo dai tutti giorni.  All’anima, cosa dai?

Se non la nutri,  ti viene fame. Fame di Dio.  Lo vai cercando dappertutto. Ti riempi di tutto, fino all’orlo, sperando  di  riempirla, di soddisfarla. Ma non ti basta mai. Perché non è quello di cui ha bisogno.

Gesù è il pane vivo, disceso dal cielo.  Il pane per la tua anima.  Il pane che  ti da, è la sua carne e il suo sangue nell’eucaristia.  La carne e il sangue del Figlio di Dio,   risorto e glorificato.  La carne e il sangue del Signore, tuo Dio!  Quello è il vero cibo. Quella è la vera bevanda.

Quello è l’unico cibo che ti da la vita vera. Quello è l’unico cibo che ti da la vita non per poche ore, ma eterna, per sempre. Quello è l’unico cibo che ti da la vita intera.

Se mangi il corpo e sangue di Gesù, diventi parte di lui. E lui diventa parte di te. E rimani in lui e lui in te. E vivrai  per lui.  E  lui  ti fa risorgere nell’ultimo giorno.

È  il pane degli angeli, che sa di paradiso.

Che ti nutre sulla terra,  alla tavola del cielo,  nella gioia dei santi.

 

 

 

 

La Trinità

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 In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: 
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

 

 

 

 

Tre Persone, un unico Dio.   Non è una somma:    1 + 1 + 1 =  3.    Ma è : 1 x 1 x 1 = 1.  Ogni persona è per.   È per l’altro.

Come l’amore,  è per.  Non esiste senza l’altro.  Il Padre che ama, il Figlio che è l’amato e lo Spirito Santo che è l’amore che li unisce.  È un abbraccio di amore.

Che continua ad essere per,  anche al di fuori di sé.  Il Padre per amore del mondo, dona il Figlio.  Il Figlio dona la sua vita, per salvarlo.  Lo Spirito Santo viene, per santificarlo.

La Trinità è la casa di Dio,  se ci sei dentro,  sei salvo, sei a casa.  È la famiglia di Dio.  Se ne fai parte, sei salvo, sei figlio di Dio.

E,  come un carattere ereditario, come un marchio di famiglia,  anche tu diventi,  per.  Per il Padre e  per il Figlio, nello Spirito Santo.

Diventi per, anche per l’altro. E ti apri all’altro. E non puoi più vivere senza l’altro.

Porti agli  altri  uomini,  la Trinità.  E con loro diventi,  l’abbraccio di Dio.  La casa di Dio.

La famiglia di Dio sulla terra.

 

 

 

 

 

Pentecoste

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Ez 37, 1-14    «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l’uno all’altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c’era spirito in loro.  Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell’uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano».  Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. 

Dal Vangelo secondo Giovanni      La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

 

 

A volte ti senti così. A volte sei così.  Ossa inaridite, spezzate, disperse. Ossa gettate, dimenticate, perse.  Solo lo Spirito di Dio, le può riunire.  Solo lo Spirito di Dio, le fa rivivere.

A volte sei lì, con la paura.  Chiuso, rintanato, serrato.  Per la paura di essere giudicato. Rifiutato, scacciato, escluso. Deriso, schernito, ferito.  Sei lì, con le porte chiuse. Come gli apostoli.

Solo lo Spirito di Dio ti può salvare.  Solo lo Spirito Santo può entrare.  Capovolgere, stravolgere, trasformare.  Te lo porta Gesù risorto. Lo soffia Gesù,  sugli apostoli.

Lo Spirito Santo è il respiro di Dio.  È il sospiro di amore di Dio.  È lo Spirito di Dio, il vento di Dio, la brezza  di Dio, che anima tutte le cose.

Viene da Cristo risorto.  Non viene dagli uomini. Viene da Dio, perché è Dio. Viene da dentro di Dio.  È lui che lo muove, è lui che lo porta, è lui che lo dona,  è lui che lo effonde sugli apostoli.  Come l’acqua di un battesimo, e nasce la chiesa.

Ricevi lo Spirito Santo .  Accogli lo Spirito Santo nei sacramenti, con i sacramenti. Ti porterà il Padre e il Figlio. L’amore del Padre e del Figlio. La Trinità. Dio.

Ricevi lo Spirito Santo.  Lasciati travolgere, lasciati portare, lasciati fare.  Lasciati compiere. Lasciati completare.

Ricevi lo Spirito Santo e lascialo andare.  Lascialo parlare. Lascialo amare, consolare. Lascialo lodare, annunciare, testimoniare, proclamare   il Signore Risorto!.

E’ il Cuore di Dio,  che è venuto nel mondo!.

 

 

 

 

Ascensione

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In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.  Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

 

L’appuntamento. Te lo da Gesù.  È lui che sceglie il posto, il luogo, il momento dell’incontro.  Su una montagna. In alto. Al di sopra di ciò che ti prende, ti occupa, ti riempie.  Al di sopra di tutto.

Con gli apostoli e come gli apostoli, davanti al lui, ti prostri.  Se lo riconosci come il Signore, ti prostri.  Se per te è il Signore, cadi a terra, ti getti ai suoi piedi.  Con la faccia verso la terra, perché riconosci la tua indegnità, la tua piccolezza, la tua inadeguatezza. Per nascondere la tua incertezza, il tuo dubbio, la tua insicurezza.

Ecco,  chi è davanti a te,  è Cristo risorto.  Il Figlio di Dio risorto.  A  lui il Padre ha dato ogni potere in cielo e sulla terra.  Ha messo ai suoi piedi ogni principato e potenza, ogni forza e dominazione.  Tutto ha messo, sotto i suoi piedi.  Lui è il compimento di tutte le cose.

Ora  quel Cristo risorto e glorificato  manda te, con gli apostoli, come gli apostoli.  A portare a tutti  lui,  il risorto.  A donare a tutti,  lui .

È lui  che passa dal tuo cuore, al cuore dell’altro. È lui che porta il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. È lui che battezza con te, nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

È lui che insegna i suoi comandamenti, attraverso di te. Quando tu ami, con il suo amore. Consoli, con la sua consolazione. Perdoni, con il suo perdono. Sei  unito, con la sua unione.   E sarà con te, sempre. Nel tuo cuore, unito agli altri cuori, nel suo corpo mistico.

Li porta con sé,  mentre ascende al Padre.  Li porta sulla strada che arriva al Padre.  Li porta alla destra del Padre.  Per farti partecipe fin da ora del cielo, del paradiso.

Per farti guardare il cielo,  il paradiso che ti aspetta.  Per farti vedere le cose dalla parte del cielo,  dal paradiso che ti aspetta.

Gesù ascende al cielo.  Anche tu, come la terra e il cielo, esulta.  Batti le mani. Canta, danza,  di gioia.

Riconosci il tuo Signore,  acclama il tuo Dio.

 

 

 

 

 

Il Paràclito.

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

 

 

Prima viene l’amore. Prima del fare, prima dell’avere, viene l’amore. Nell’amore, ha senso il fare. Nell’amore, riesci a fare.

L’amore vero per Gesù. Prima di tutto. Ti fa stare con lui. Essere per  lui. Fare come lui.

Ma Gesù non ti lascia solo. Non ti lascia senza. Non ti lascia mai.   Ha compiuto il progetto di salvezza e torna alla destra del Padre.  E intercede presso il Padre per te.  È il primo Paràclito.

Ed è il Padre che ti manda  lo Spirito Santo, il secondo Paràclito.

È dal Padre,  mandato,  inviato,  chiamato,  presso di te.  Per starti vicino, per difenderti, per custodirti.  Per prevenirti.  Per rincuorarti, per ripararti.  Per consolarti, per risanarti, per guarirti.  Ti sta sempre vicino, non ti lascia mai.

Chiamalo, invocalo, imploralo. Accoglilo, ricevilo  in te. Veramente, concretamente, nei sacramenti, con i sacramenti.

E lui, lo Spirito Santo,  ti porta il Figlio.  E il Padre nel Figlio.  Ti porta Dio al completo.        Ti porta la Trinità. Dentro di te. Viene tutta la Trinità, dentro di te.  Potrai vivere la Trinità, dentro di te.

Lo Spirito Santo è lo Spirito di verità. Lui te la fa  riconoscere. Ti fa conoscere Dio, ti parla di lui, te lo rivela, te lo manifesta.

Ti fa amare Dio,  te lo fa amare con l’Amore stesso di Dio.  E sarai amato dal Figlio e dal Padre, anche tu.

Ti fa compiere le opere di Dio. Perché solo lui le conosce.  Ti fa compiere la volontà di Dio, perché solo lui la contempla.  Ti fa portare Dio agli altri,  perché è lui che lo porta, che passa, che parla.

È lui che trabocca dal tuo cuore, al cuore del  fratello che incontri.

E lui lo sente, lo riconosce, lo ascolta.

 

 

 

 

 

La via

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

 

 

Cerchi la casa. La tua casa. Dove stare. Cerchi un posto, dove andare. Cerchi una dimora fissa, stabile, sicura. Dove poter riposare il cuore, riparare il cuore, risanare il cuore.

Gesù , te la da lui la casa, quella vera. La casa da dove sei venuto. La tua vera casa. La casa del Padre.

Il posto te lo prepara lui.  Il posto nel cuore del Padre.  Il posto nelle braccia del Padre.

Come Tommaso,  non sai dove si trova, come si trova. C’è solo una strada, c’è solo una via,  c’è solo un modo.  È Gesù stesso.  Dimora in lui.  Rimani in lui.  Stai in lui.  E lui ti porterà dal Padre.

Gesù è la via che porta te, al Padre  e  la via che porta il Padre, a te.  Gesù è l’unica via.     È la via vera.  È la verità.  È l’unica  verità  assoluta,  immutabile,  eterna.  Garantita.           È la via vera, che ti da la vita.  È la vita.  È  l’essenza della vita.  Per te, per gli altri, per il mondo.

Come Filippo, vuoi vedere il Padre. Pensi che Gesù è  un mezzo, un tramite, un passaggio. Non solo.

Gesù è  il Figlio di Dio.  E’ Dio.  E’ la parte visibile del Dio invisibile.  Lui e il Padre sono una cosa sola. Un unico Dio.  È la Trinità. Il Padre sta in lui.  È in lui. Dimora in lui.

La casa, il posto che cerchi, è stare, è dimorare, è rimanere.    E’ stare  in Gesù risorto.   In lui , è stare con  il Padre.  E con  lo Spirito Santo che te lo fa capire, che te lo fa sentire, che te lo fa amare.

E’ entrare, stare, rimanere, dimorare nel mistero della Trinità. Nella casa della Trinità.     Nel cuore della Trinità. Nelle braccia della Trinità.

Non è solo stare, ma anche lasciare che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, entrino, rimangano, dimorino nel tuo cuore.  Non è solo trovare un posto nel loro cuore. Ma anche far posto a loro, nel tuo cuore.  Lasciali dimorare, stare, rimanere nel tuo cuore.  Lascia che il tuo cuore diventi la loro casa, la loro tenda, il loro tempio.

Solo se sono in te e tu in loro, possono essere compiute le loro opere. Le opere del Padre.

E’ lo Spirito Santo che compie le opere del Padre.

In te, con te, per te.

 

 

 

 

La porta

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In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

 

 

Ti fanno credere di essere loro,  la porta.  Ti adulano, ti seducono, ti conquistano.  Ti ricattano, ti usano, ti rubano.  Ti fanno credere che senza di loro, sei finito.  Che solo loro esistono. Che solo loro ti possono aiutare.

Ti fanno passare dai loro schemi, dalle loro regole, dalle loro sbarre.  Ti mettono nelle loro prigioni, ti fanno schiavo come loro, con loro, per loro. In loro.

La porta vera,  è quella che ti ha creato, da dove sei uscito.  È Dio.  È il Figlio di Dio. Il tuo cuore la riconosce. Quella porta la puoi sentire.

In quella porta ci puoi entrare.  Quella porta è il corpo risorto di Gesù. Il corpo piagato e glorificato di Gesù. Per entrare, devi appoggiarti a lui assolutamente, ciecamente, come fa la pecora. Devi entrare in lui. Entrare nel suo mistero. Entrare nel suo cuore. Lasciar parlare il suo cuore. Lasciarti amare. Lasciarti portare. Lasciarti guidare, per strade che non conosci, che non vedi, che non sai, le strade di Dio.

In quella porta ci puoi passare.  Per passare, devi passare attraverso il suo corpo risorto. Dalle sue piaghe svuotate dal dolore. Dal suo corpo glorificato dal Padre. Dal suo corpo mistico che ti dona lo Spirito Santo. Ci  devi passare con la tua storia, con quello che sei, con quello che fai.

Mettere in relazione la tua storia e te stesso,  con lui risorto.  Parlare con lui.  Lasciarlo dire, lasciarlo fare.  Lo devi ascoltare.  Lasciargli compiere il suo progetto,  in te, con te e per te.

Quella porta la puoi attraversare.  Solo se la attraversi, puoi cambiare veramente il cuore. Puoi  passare da una stanza buia, fretta, vuota, inutile, grigia, scura,  ed entrare in  un luogo luminoso, pieno di prati verdi, di sole, di colori, di calore, di fiori.

Solo se la attraversi,  puoi uscire  dalla stanza delle tenebre, del male e della morte,  ed entrare nella resurrezione,  nella terra  della vita,  nella terra di Dio.  Nell’amore, nella pace, nella gioia di Dio. Solo se la attraversi, puoi amare gli altri con l’amore e la gioia di Dio.

Solo se passi attraverso Gesù,  ti puoi salvare.

Gesù è la porta del Paradiso.

La porta del Regno dei cieli.

La porta che ti  riporta al Padre.

 

 

 

 

Emmaus

FTB97013 The Supper at Emmaus (oil on canvas) by Brusaferro, Girolamo (1679-1745) oil on canvas San Nicolo dei Mendicanti, Venice, Italy Italian, out of copyright

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Gesù, evangelizza.

Come fa con i discepoli, ti viene incontro lui per primo. Lui in persona. Si avvicina a te. Viene sulla tua strada.  Con chi stai , in quel posto, in quel momento.  Cammina con te, sulla tua strada. La guarda, la tocca, la vive,  la sente, con te,  come te.

Poi ti ascolta. Non ha un programma scritto. Preparato, predisposto, prefabbricato, per altri, da altri, con altri. Non te lo impone. Non ha un discorso impostato, definito, rifinito, imparato.  Non si mette al centro, sopra, in mezzo, di traverso. Non ti obbliga ad ascoltare lui.  È lui che ascolta  te.

Poi chiede ai discepoli, di spiegare i loro discorsi. Di dirli a lui. Entra in relazione con te, e vuole che tu ti rivolgi a lui. Che spieghi a lui. Che ne parli con lui.  A lui, al Figlio di Dio.

Che cosa è successo?  Ti invita a mettere a fuoco. Ad andare a fondo. A capire fino in fondo. A capire i perché, le cause.  A far battere il cuore.  A buttare fuori il dolore.

Come i discepoli, puoi dirgli perché te ne sei andato. Che cosa ti aspettavi. In che cosa sei rimasto deluso. Che quella cosa della croce, della morte e della resurrezione, non ti entra nella testa. La pensi, la ripensi, non la capisci. Non ti riporta. Non ti riguarda. Non ti riguarda più. Non riguarda te. Non è una cosa tua. Non è per te, con te, in te. È fuori di te.

Gesù è il maestro e ti insegna come fare. Tutto quello che è successo, tutto quello che ti è successo, guardalo alla luce della parola di Dio. Non guardarlo dalla parte tua, guardalo dalla parte di Dio.  Dio ti ha parlato, attraverso i profeti e il Figlio suo. Per illuminare tutto, per farti capire tutto. Tutto fa parte del suo progetto di amore, del suo progetto di salvezza.

Ti spiega che  il mistero della Pasqua era già scritto in tutte le scritture, da Mosé ai profeti.  Cristo doveva soffrire e risorgere dai morti, il terzo giorno.  Tutto doveva avvenire. Tutto doveva succedere.   Il Figlio di Dio lo ha realizzato fino alla fine, fino in fondo. Fino al ritorno al Padre, per portare anche te,  da lui.

Te lo spiega con la parola di Dio. Te lo spiega con i fatti di Dio. In modo semplice, chiaro, preciso.  Con attenzione, affetto, considerazione.  Te lo spiega con passione. Ci mette il cuore.  Ci mette il suo Spirito. Ci mette lo Spirito Santo, che te lo fa capire.

Allora senti che il tuo cuore si scioglie, si libera dalla paura. Senti che si scalda, senti che arde. Perché lo  Spirito Santo è entrato in te e arde di amore per il Padre.

Ti accorgi che è sera e il giorno sta per finire e  che lui  è la luce vera, il sole vero. E non puoi più stare senza . Ecco allora la tua risposta, la tua proposta.  “Resta con noi!”  Non mi lasciare, non te ne andare, non mi abbandonare.  Rimani, perché io rimanga con te, ancora.

Gesù ti mostra che è sempre con te. Ti mostra se stesso, mentre benedice il pane e il vino.  È il suo sangue e il suo corpo, consacrati nella messa. È il suo corpo risorto e glorificato. È il suo corpo mistico.

Quel pane ti nutre. Quel pane ti apre gli occhi. Quel pane te lo fa riconoscere. È lui.  E’ il Signore!

Quel pane ti  fa dire: “Davvero il Signore è risorto!

 

 

 

 

Tommaso

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La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

 

 

Non ti basta.  Non ti basta sentire. Non ti basta la faccia, l’emozione, l’espressione dell’altro. Non vuoi essere uno specchio, un riflesso.

Lo vuoi vivere quell’incontro con il Signore risorto, di persona, in persona.  Vuoi vedere con i tuoi occhi, sentire con le tue mani. Per metterli nei suoi occhi, per metterle nelle sue mani.  Ecco, lui ti viene incontro.  Ti mostra le sue piaghe, le sue ferite.  E’ proprio  lui,  il crocifisso risorto.

Ora Gesù ti chiede di più.  Ti chiede di mettere il dito nel buco dei chiodi.  Guarda le sue mani trafitte e trapassate.  Metti il dito, lì, nel buco dei chiodi.  Metti il dito lì, dentro il buco del chiodo,  al posto del chiodo,  riempi il vuoto del chiodo.  Aspettava te,  quel posto, quella ferita.

Ora tocca, senti, prova, vivi, quello che c’è dentro.  Quello che è passato dentro.  Quello che è rimasto dentro.  Quello che risplende dentro.  Lascia che passi dentro di te.  Lascia che diventi parte di te.  Metti il dito li dentro, e tocca il paradiso.

Se  entri  nel segno dei chiodi,  anche tu diventi  un segno.  Un segno del corpo risorto, di Cristo risorto.   Un  apostolo,  in Gesù, come Gesù.

Poi,  prendi la tua mano e mettila nella ferita del suo costato.  Nel suo costato aperto, squarciato dalla lancia.  Quella ferita è arrivata fino al cuore di Gesù.  Il suo cuore si è aperto ed è sgorgato fuori,  per te.

Con la tua mano, tocca il suo cuore. Tocca il sangue  e l’acqua, che sgorgano dal suo cuore.  Tocca lo Spirito Santo, che trabocca dal suo cuore.  Tocca  l’Amore del Padre, che esce dal suo cuore.

Nello Spirito Santo, lo hai sperimentato e lo hai riconosciuto.  Cadi in ginocchio e lo proclami: “Mio Signore e mio Dio!”

Hai messo le tue mani, i tuoi occhi, il tuo viso, nel Signore risorto.  Ora portali dove lui ti manda.  Dove lui ti vuole.

Dove ti aspetta il Padre.

 

 

 

 

È risorto!

S.-Giovanni-Apostolo-10_thumb3 - Copia

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

 

Come Maria, l’amore ti porta da Gesù. Non puoi stare senza. Non ce la fai. Non lo hai lasciato mai. Lo hai seguito sul calvario.  Lo hai amato sulla croce.  Lo hai pianto sotto la croce. Hai raccolto il suo sangue che scendeva dalla croce.

Sei andata per prima al sepolcro, appena hai potuto. Per stargli vicino, per non lasciarlo solo. Vedi la pietra spostata, la tomba spalancata. Lui non è più lì.  Lo cerchi ancora. Con più forza, con più disperazione, perché hai paura che te l’hanno portato via, che te lo hanno nascosto, che te lo hanno rubato.

L’amore si fa più intenso, la tensione più forte. Tanto forte che ti lancia, ti spinge  a fare il primo annuncio agli apostoli. Per ritrovarlo insieme.

Come Pietro e Giovanni puoi correre con il fiato in gola, con il cuore impazzito dalla paura e dalla gioia, dal dolore e dalla speranza, di rivedere, di ritrovare il Signore.

Come Pietro puoi entrare. Il sepolcro, il posto della morte, è vuoto.  Svuotato dalla morte.  Liberato dalla morte.  Senza più la morte.

Puoi toccare con mano le bende, e il sudario.  Sono rimaste solo loro.  Sono rimasti solo i segni, solo i resti, solo il ricordo della morte.  Sono deposte, perché non servono più, non servono ai vivi.

Come Giovanni,  puoi fermarti all’entrata e guardare con gli occhi dell’anima.  Quel sepolcro si è riempito dello Spirito Santo di Dio. È stato vinto, aperto, spalancato da Dio. È esploso di luce, di grazia, di vita,  di Dio.

Come Giovanni,  puoi fare entrare nei tuoi occhi, nel tuo cuore quella luce, lo Spirito Santo.  Allora ricordi che tutto era già stato scritto, tutto era già stato annunciato.  Allora capisci. Allora senti.

Quella è la Risurrezione.  Gesù è risorto.  Il Figlio di Dio è stato glorificato dal Padre.   Ha portato anche il suo corpo nella gloria.

Doveva morire per risorgere. Doveva succedere.  Era il piano di salvezza di Dio.  Il suo piano di amore.

Per portare anche te, da lui.

Per far risorgere anche te, con lui.