Sulla croce

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 Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

 

 

 

Gesù è sulla croce.

In  lui,  ci sono tutti gli uccisi.  Tutti i giusti  uccisi.  Traditi, falciati, spezzati.

Tutti gli innocenti.  Tutti i bambini che soffrono.  Tutti i bambini che muoiono. Tutti  i malati crocifissi.

Tutte le vittime sacrificate.  Distrutte.  Bersagliate.  Bombardate. Esplose.

In lui,  ci sei anche tu,  quando sei inchiodato.   Quando sei trapassato dal male,  dall’odio e dal peccato.

Ci sei tu,  quando sei assetato di amore e ti danno solo aceto,  che ti brucia e ti avvelena.

Tu,  quando sei   insultato, annullato, eliminato,  perché  hai scelto Dio,   più di loro,     prima di loro,   sopra a loro.

Tu, quando con la lancia  ti spezzano il cuore.  Ti rubano il cuore.  Ti uccidono il cuore.

Metti  il tuo cuore in Gesù.  Ai piedi della croce.

Ecco la confessione.

È stare  sotto la croce.  È farsi toccare  dal sangue e dall’acqua  che escono dal costato   di Dio.   È farsi toccare  dal cuore di Dio.

È stare  nelle braccia di Dio.

 

 

 

 

 

 

Le donne di Gerusalemme

stazione9 - Copia

 Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”.Allora cominceranno a dire ai monti: ‘‘Cadete su di noi!’’, e alle colline: ‘‘Copriteci!’’.  Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?

 

 

 

 

Gesù incontra le donne.

In loro,  ci sono tutte le mamme,  e tutti i loro figli.    C’è la fatica che fanno.  Le lacrime che versano.

C’è   il loro cuore di madri,  ferito, dilaniato, sfinito.   Ci sono tutte le spade, che gli trapassano il cuore.

C’è tutta l’angoscia  per il loro figlio malato.  Tutta la paura  per il loro figlio perduto. Per il suo cuore ferito.

C’è tutto il terrore   di vederlo schiacciato.   Da una croce.  Dal peso della vita. Di vederlo caduto.  Di non vederlo rialzato.

C’è   il tuo cuore di madre.   C’è  il cuore  di tuo figlio.   Prendilo e mettilo in quel Figlio.           Il Figlio di Dio.   Prendilo e mettilo in quel cuore santo,  nel cuore di Dio.

In lui,  sopporterà tutte le croci.   In lui si alzerà,  se sarà caduto.   Con lui rinascerà,           se sarà finito.

Dagli la vita di nuovo.  Dagli il Figlio di Dio.

La vita eterna.

 

 

 

 

 

 

Consegnato a Pilato

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Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

 

 

 

In Pilato, ci sei tu.

Da una parte,  l’innocente.    Dall’altra,  il  potente.    Chi scegli?

Come Pilato,   ti lavi  le mani.   Rinunci, lasci, scappi.  Passi, non ci stai.   Non ci sei,      non esisti.

Ti lavi le mani,  dell’innocente.   Lo levi dalle tue mani.  Lo lavi dalle tue mani.  Come uno sporco, come un fastidio, come un disturbo.

Ti senti pulito.  Fai  il pulito.   Ti senti scampato.  Perché lo hai liquidato.   Ma hai liquidato te stesso.

Lo hai lasciato andare.  Non lo hai aiutato.   Lo hai abbandonato.  Lo hai condannato.

Lo hai dato  in pasto alla folla.   Hai lasciato il tuo Dio,   il tuo Signore,  in pasto alla folla.    Sei diventato  complice della folla.

 

Ora,  decidi.   Scegli,  con il cuore.   Lava il cuore,  non le mani.

Ecco la confessione.

È  lavare il cuore.    È  scegliere Gesù.

È stare con lui.   È stare dalla sua parte.

E lui starà dalla tua.

 

 

 

 

 

 

 

Condannato

Via Crucis Stazione 001 - Copia

 I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell’uomo  seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».  Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

 

 

 

Gesù,  è processato nel sinedrio.

In lui,  ci sei tu,  accusato.  Quando ti mettono il dito puntato.  Quando ti giudicano.  Quando ti condannano.

Tu  processato.  Tu carcerato. Tu prigioniero.  Tu  picchiato, percosso, torturato.

Ci sei tu,   innocente.   Quando  la tua innocenza,  te l’hanno rubata,  profanata.   Quando la giustizia  te l’hanno portata via,  negata, incolpata.   Quando  la tua sacralità,   l’hanno  sporcata, dissacrata.

Ci sei tu,   accusato da testimoni falsi.  Preso nel loro tranelli.  Incastrato nelle loro truffe. Bloccato nelle loro trappole.  Caduto nelle loro buche.

 

Ecco, Gesù li affronta per te, con te, in te. Lui è il Cristo, è Dio, è l’Io sono.  È sopra di loro. È prima di loro.

Lui è   il Figlio di Dio,  il giudice supremo,  il giudice ultimo.   Lui,  li giudicherà tutti.   Con  la sua  giustizia.

Per l’eternità.

 

 

 

 

 

 

Coronato di spine

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Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. 

 

 

 

Gesù è coronato di spine.

In lui,  ci sei tu,  umiliato.  Quando ti rubano la dignità.  Quando la violano,  quando la cancellano.

Ci sei tu,  che sei disprezzato, odiato, oltraggiato. Tu,  che sei  calpestato,  evitato, ripudiato.   Tu,  che sei  schernito, deriso, beffato.

Ci sei tu,  quando ti usano, come un oggetto.  Quando ti sfruttano, come un oggetto. Quando  si impadroniscono di te, come un oggetto.  Quando  ti sfigurano,   ti sfregiano,     ti  tagliano,   il cuore e l’anima.

Ci sei tu,   quando ridono di te.   Quando ti coprono di porpora falsa.  Quando ti mettono una corona finta.  Fatta di spine.

 

Gesù,   il Figlio di Dio, il Re dei re,   le ha prese su di sé,  quelle spine.   Lui prima di te,   con te,  per te.

In lui, nella sua carne,  sono diventate,  lacrime di sangue.   Il sangue  del Figlio di Dio.

Che salva da tutte le spine.

 

 

 

 

 

 

Flagellato

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Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco.   Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.  Costrinsero a portare la croce di lui un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. – Con lui crocifissero anche due ladroni. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano. Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!

 

 

 

Gesù legato,  è flagellato.

In lui ci sei tu,  che hai le mani legate.  Ci sei tu,  quando sei bloccato, inerme, schiacciato. Succube, soggiogato, calpestato.

Ci sei tu,  che sei rapito, venduto, usato.   Violentato, battuto, pestato.   Ci sei tu,  quando sei schiavo.  Sottomesso, comprato, barattato.

Ci sei tu,   quando sei ferito, dilaniato, colpito.  Ci sono le tue piaghe.

C’è il tuo corpo inciso, marchiato, segnato,  dalle cicatrici del tuo dolore.

 

Gesù,  alla colonna,  lo vive ora, per te.   Lo condivide ora, con te.  Lo prende su di sé.

Solo in lui guarisce.   Solo in lui finisce.

Solo in lui rinasce.

 

 

 

 

 

 

 

Vogliamo vedere Gesù

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In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».  Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».  Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

 

 

 

Vuoi vedere Gesù.  Vedere il suo volto.  Mettere il tuo volto nel suo.  Il tuo cuore nel suo.  Vuoi stare con lui.

Quando,  come un chicco di grano,   ti senti gettato,  buttato, disperso  per terra.    Senti   la terra  che ti ricopre.   Vedi il buio.   Ti senti finito, abbandonato, escluso.   Vai da Gesù.   Stai con lui.

E da quel chicco marcito, putrefatto, sfatto, esce  la  tua  vita nuova.  Diventa albero,  diventa frutto,   diventa rami  per gli uccelli  che cantano e lodano il loro Signore.

Gesù  è stato chicco prima di te,  per te, con te.  È stato buttato, marcito, sepolto, con te, prima di te, per te.   È risorto,  prima di te,  per te.    E  ti da  la vita vera,   la vita intera,       la  vita  eterna.

Ecco la Pasqua.

È l’ora della gloria.   È l’ora del Figlio glorificato.   Il Figlio è  la volontà del Padre.  È l’amore del Padre.  È il trionfo  dell’amore del Padre.

È  l’ora  della gloria del Padre.  Del nome del Padre.    È dal Padre che viene  la salvezza. È  dal Padre che viene   la gloria.    È  lui la gloria.

È la voce del Padre  che te lo dice, che lo conferma, che lo testimonia.   E lo Spirito Santo, come un tuono,   lo suggella, lo sigilla, lo timbra, lo certifica.

 

Ecco la confessione.

È voler vedere Gesù.  È stare con Gesù.

È stare con il Padre.  Nel Padre.  Nella gloria del Padre.

Insieme a Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

Innalzato

lun5 - Copia (2)

 In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:  «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.  E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate., perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

 

 

 

Come il popolo nel deserto,  stai soffrendo.

Che cosa ti ha morso il cuore?   Quali sono i morsi che ti hanno ferito,  bucato il cuore. Qual’è il veleno,  che ti ha  intossicato l’anima.  Che cosa ti ha irrigidito.  Che cosa ti ha paralizzato.  Che cosa ti leva il respiro.  Che cosa ti fa morire.

Come ha fatto Mosè nel deserto,   ecco,  Gesù sta per essere innalzato sulla croce.   Ecco dove andare,    ecco cosa fare.    Guarda quella croce,  punta su quella croce.         Il Figlio di Dio  su quella croce,  ti può aiutare.   Solo lui ti può salvare.  Solo lui ti può guarire.

Quando viene il buio,  se viene il buio,  se vivi nel buio,   non lasciare che il buio ti oscuri  il cuore.   Non lasciare che la notte ti avvolga il cuore.   Non lasciare che le tenebre si prendano il tuo cuore.

Cerca la luce,  che viene da quella croce.   Lascia che entri   e arrivi alle tue opere nascoste.   A quelle che hai  sotterrato,  mascherato,  negato,   per non farle vedere,      per non farle scoprire.    Lascia che le illumini,  che le tocchi,  che le cambi.

Ecco la confessione.

È fare entrare quella luce.  È fare entrare quella croce.   È guardare alla croce innalzata.  È fissare,  mettere gli occhi e il cuore,  su quella croce innalzata.

Allora tutto il veleno se ne va.  Tutto il buio se ne va.  Tutto il male se ne va.

E sei salvato.

 

 

 

 

 

 

I mercanti nel tempio

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Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».  Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.  Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

 

 

 

Il tuo cuore  è il tempio di Dio.   Con Gesù,  entraci dentro e guarda   se è diventato un mercato.

Le tue bancarelle.  Dove hai messo in vendita il tuo cuore.  Ad uso e consumo degli altri.  È copiato sugli altri.  Lo hai scambiato, barattato, plagiato.  Lo hai marchiato.

In altre bancarelle  hai messo  i cuori   dei fratelli.   Li hai rubati, feriti, spezzati.  Usati, ingannati, traditi.  Li hai venduti.  Li hai abbandonati per i soldi,  in cambio dei soldi.

In altri banchetti,  hai messo anche Dio.  Lo hai fatto diventare una  tua proprietà, una cosa, una merce.  Lo hai usato. Te ne sei servito.  Te ne sei approfittato.  Lo hai tradito.  Sei tu, il mercante.

Hai lasciato entrare  anche  i cambia-monete.  I loro banchetti  sono altari, pieni di monete, al posto di Dio.  Ti comprano,  con il loro sorrisi falsi,  i loro occhi vuoti,  i loro soldi finti.  Ti rubano.  Ti ingannano.  Sono ladri.   Il tuo cuore è diventato  un covo di ladri.   E non se ne vogliono andare.

Ecco la confessione.

È ripulire il cuore.  Lascialo fare a Gesù.  Lui solo lo sa fare.

Con Gesù,  scaccia via,  butta fuori,  tutte le bestie,  gli istinti,  gli idoli,  che si sono messi  davanti a Dio,  prima di Dio,  al posto di Dio.   In mezzo  tra te e Dio.

Scaccia  tutti i mercanti.  L’invidia, la gelosia, la cupidigia, che ti hanno comprato il cuore. Getta a terra le loro monete.  Appartengono alla terra.

Rovescia  tutti i banchi,  i tavoli,  i panchetti,  le bancherelle.

Ecco la conversione.

Con -vertire,    ro -vesciare,    ri -girare,   ri -muovere,   ri -baltare,   ri -voltare.

Porta  via  tutto il mercato.  E fai tornare  il tuo cuore  casa di Dio.  Fai tornare il tempio di Dio  sacro solo a Dio.   Al tuo Dio,  all’unico Dio.

Gesù  ti sta per donare il suo stesso corpo,  come Tempio del Padre.  In lui puoi adorare il Padre.

Nel suo corpo risorto.

Nell’eucarestia.

 

 

 

 

 

 

La Trasfigurazione

ok - Copia

 In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.  Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

 

 

 

Salire un monte, per incontrare Dio.   Il monte delle tue paure, dei tuoi muri, delle tue pietre. Il monte dei tuoi blocchi, delle rigidità, delle asperità.

Gesù conduce anche te, come gli apostoli, sul monte Tabor,  da solo.   Li,  ti fa vedere chi è lui.

Si trasfigura.   Esce dalla sua figura.   Esce fuori, allo scoperto.   Si svela,  si rivela,           si manifesta, si fa vedere.   Ti fa vedere il volto di Dio.

Con Mosé ed Elia.   Ti rivela  la sua missione. Ti  fa capire  che quello che sta per succedere,  era già stato annunciato dai profeti.  Era già tutto previsto. Era stato voluto. Da Gesù, e dal Padre.   Per te.

Come Pietro,  sei incantato.   Non vuoi più andare via  da quell’incanto.  Vuoi far parte di quell’incanto.  Il tuo cuore prende parte a quell’incanto.  Fammi stare qui con te, Signore. Rimaniamo qui.  Non andiamo più via.  Mettiamo le tende.  La mia vita con la tua, per sempre.

Ed è allora  che la trasfigurazione, è totale.   Si rivela,  si svela Dio al completo.  La Trinità al completo.  Viene il Padre  e lo Spirito Santo.  Lo Spirito di Dio,  come una nube, come la sua ombra, come l’amore,   si posa su tutto, riempie tutto,  abbraccia tutto,  dà  senso a tutto.   Anche a te.   È la risposta di Dio,  a te.

Si sente  anche la voce del Padre.   “Questi è il Figlio mio. L’eletto. Ascoltatelo.”   È mio Figlio.  In lui c’è il mio amore.  In lui c’è la mia parola.  Per te.

Ora, puoi  andare con Gesù.   Affrontare  con lui,   il tuo calvario,  la tua croce.  Con quella  luce negli occhi.   Con quel volto nel cuore.

E  sarà  nuova luce, nuovo splendore, nuovo candore,   la sua resurrezione.

E   sarà   una nuova trasfigurazione.

Anche  in  te.