Il primo posto

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.  Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

 

 

“Non metterti al primo posto,  perché non ci sia un altro invitato più degno di te.”                       E tu,   in quale posto ti metti.   Primo  o ultimo ?

 

Primo.

Lo vuoi tu,  il primo posto.     Lo fai tu,  il primo posto.   Sei tu,  il primo posto.  Te lo prendi tu,  il primo posto.      Il posto di Dio.  Al posto di Dio.

E gli ultimi,    non ci possono stare,  con te.     Non ci possono stare,  vicino a te.   Non ci hanno a che fare,  con te.     E li fai fuori.  E li butti fuori   E li tieni fuori.

Pure a Gesù,      gli prendi il posto.     Ti metti prima tu.   Ti fa primo tu,  di lui.    E a lui  lo metti dopo.  Lo metti ultimo. Lo fai ultimo.     Ma Gesù è Dio.  E Dio  è il  Primo di tutti.  Sei tu,   che ti sei fatto fuori.  Che ti sei messo fuori.  Che ti sei buttato fuori.  Dal banchetto di Dio.     Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Ultimo.

Il primo posto  lo lasci a Dio.   È suo. Non è tuo.   Lo metti al primo posto.   È lui,  il tuo posto.

 

Quando sei invitato a nozze da qualcuno.      Chi ti invita a nozze,  è Dio.   È lui il re del banchetto.    È lui,  che ti invita.   È lui che decide i posti.   È lui che fa i posti.   È lui che dà i posti.

Non metterti al primo posto.      Non te lo dai tu,  il posto.    Non lo scegli tu,  il posto.  Non  è tuo,  il posto.    Nel regno di Dio.

Non metterti al primo posto.     Non te lo prendi, il primo posto.   Non te lo compri, il primo posto.    Non ti è dovuto, il primo posto.    Non ti spetta il primo posto.

Cedigli il posto.      Dio lo sa che hai nel cuore.   Che conta il posto,  più di Dio.  Che vuoi il posto,  più di Dio.    Che ami il posto,  più di Dio.

Vai a metterti all’ultimo posto.    Per te, conta Dio,  più del posto.   Vuoi Dio,  più del posto. Ami Dio,  più del posto.     Non ti importa del posto.   Basta che stai con Dio.   È Dio,  il tuo posto.

Amico, vieni più avanti!     Ecco allora che è Dio,  che ti viene incontro.  Che ti invita.  Che ti vuole.  Vicino a lui.    Che ti chiama. Vicino a lui.   Che ti tiene. Vicino a lui.   Più vicino a lui.

 

Quando offri un pranzo, non invitare i tuoi amici.     Quando fai un pranzo,  non lo fare, banale.  Normale. Uguale.     Con i tuoi amici, i tuoi parenti,  e i ricchi.    Fai un pranzo speciale.  Un pranzo spirituale.     Un pranzo di nozze.  Il pranzo di nozze di Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Fai come Gesù.    Invita al banchetto di Dio,  quelli che invita Dio.  Quelli che vuole Dio.  Quelli che cerca Dio.  Quelli che ama Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.   Quello che è povero.  Quello che non ha niente.  Quello che non ha più niente.  Quello che ha perso tutto.  Pure se stesso.  Pure Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.   Quello che è storpio.   Quello che è altalenante.   Quello che è vacillante.   Né di qua. Né di la.   Un po’ di qua, un po’ di la.    Non si sa dove sta.    Manco con Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.      Chiama.  Lo zoppo.   Quello che ha perso una parte di sé.    Quello che non ha più una parte di sé.    Quello che ha ceduto una parte di sé.  E pure Dio.

Invita poveri, storpi, zoppi, ciechi.     Chiama  . Il cieco.   Quello che sta nel buio.  Quello che è rimasto al buio.    Quello che non vede più la luce.   Quello che non ha più la luce. Quello che non ha più Dio.

 

Non hanno da ricambiarti.       Quello che dai.   Non lo dai per avere.   Non ti danno niente in cambio.   Non hai niente in cambio.    Non te ne viene niente,  in cambio.

Riceverai la tua ricompensa.   Ma hai fatto. Quello che ti chiede Dio.   E la tua ricompensa, è in Dio.    È Dio.

E hai  un posto.     Al banchetto  di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

Signore, aprici !

In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.  Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».   Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.  Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».

 

 

“Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta,  voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo:  “Signore, aprici!”     Ma egli vi risponderà:  “Non so di dove siete”.            E tu,   da che parte stai,  della porta.   Dentro o fuori ?

 

Fuori.

Ti sei fatto tu,   il padrone di casa.     E ti sei messo al posto,  del padrone di casa.   Gli hai preso il posto.   Gli hai preso la casa.    E stai fuori.

E ti sei preso la porta.    La fai tu,  la porta.    E ci fai passare chi ti pare.  Chi vuoi tu. Come vuoi tu.  Perché lo vuoi tu.       E sei fuori.

E pure a Gesù,    lo tieni fuori dalla porta.    Lo fai stare fuori,  dalla tua porta.    Non lo fai entrare. Non lo fai passare.    Ma Gesù è Dio.   E Dio non lo puoi fermare.    Sei tu,  che ti sei fatto fuori.  Che ti sei messo fuori.  Che stai fuori.    Dalla porta di Dio.    Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Dentro.

Solo Dio,   è il padrone di casa.   E non sei tu.    E la porta è Gesù.  Da lui devi passare.  Solo lui ti fa entrare,  nella casa di Dio.

 

La porta stretta.     Ecco la porta per entrare.    È la porta stretta.   È la porta della croce. Della croce di Gesù.  Della tua croce.

La porta stretta.      Se ci passi.    Non ci passa il tuo trono.  Su cui stai seduto. Su cui stai appiccicato. Su cui stai incollato.   Lo lasci. Ti alzi. Ti stacchi.   E sei piccolo.  E ce la fai.

La porta stretta.      Se ci passi.    Non ci passa la tua corona.   Non ci entra la tua corona. Ti cade la corona.   E la lasci fuori la corona.     E sei umile.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.    Non ci passa il tuo cavallo.  Che ti fa alto. Che ti fa sopra. Che ti fa di più.    E scendi giù.    E sei basso.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.    Non ci passa la tua armatura.   Dove ti sei chiuso. Dove ti sei rinchiuso. Dove ti sei nascosto.     Esci fuori.   E sei fragile.   E ce la fai.

La porta stretta.     Se ci passi.     Non ci passa l’oro,  che ti si è messo in tasca.  Che ti gonfia la tasca.   Che ti riempie la tasca.  E il cuore.    La devi svuotare.    E sei povero.      E ce la fai.

 

La porta stretta.       È la croce di Gesù.    Nella sua croce devi entrare.  Nella sua croce devi passare.  Nella sua croce devi stare.    E ti ripara. E ti prepara.    Alla casa di Dio.

La porta stretta.     È Gesù risorto.    A lui devi bussare.  È lui che ti apre.  Che ti fa entrare. Che ti fa passare.  Che ti fa stare.     Nella casa di Dio. Nel regno di Dio.

 

Se passi da Gesù,   ci entri subito nella casa di Dio.    Ci entri ora.  Ci entri adesso. Ci stai adesso.     Così ci sei già dentro.   Quando il padrone chiude la porta.

E sei salvo. Già da ora.

 

 

 

 

 

 

 

No, io vi dico, ma divisione

San Rocco Venezia – Cristo scaccia i mercanti dal tempio di Giovanni Antonio Fumiani

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:   «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

 

 

“Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?  No, io vi dico, ma divisione.”               E tu,   come Gesù,    lo dividi,  il bene dal male ?

 

Ambiguo.

Né di qua,  né di là.      Un po’ di qua, un po’ di la.    Prima di qua. Poi di là.    Sia di qua, che di là.    E non stai  né di qua, né di là.     Non stai con Gesù.

Lo mescoli.  Lo amalgami. Lo fondi. Lo confondi.  Il bene con il male.  E non si capisce più,  cosa è bene e cosa è male.    E non si capisce più,  Gesù.   Manco tu.

E pure a Gesù,  gli levi la spada.    Così non lo separa, il bene dal male.  Così non lo divide il bene dal male.     Così non ci sta più il bene.  E non ci sta più il male.     E manco Gesù.   Ma Gesù è Dio.   E nessuno lo può cambiare.      Sei tu,  che ti sei diviso dal bene.  Che ti sei tagliato dal bene.  Che ti sei staccato dal bene.   E da Dio.    Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Lo dividi.

Come Gesù, lo dividi.    Lo tagli, lo spezzi, lo separi,  lo stacchi.  Il bene dal male.  E lo sai,  cosa è bene e cosa è male.      E puoi scegliere il bene.   E puoi scegliere Dio.

 

Pensate che io sia venuto a portare la pace.      La pace di Gesù.    Ti sembra  che gli sta bene tutto.  Che accetta tutto.    Che non reagisce mai.  Che non si arrabbia mai.  Che gli va tutto bene.   Che gli sta tutto bene.     Che è tutto bene.

No, io vi dico, ma divisione.       No. La pace di Gesù è altro.     È quando dividi,  il bene dal male.  Come una spada, con la spada.      Quando lo tagli.  Quando lo separi. Quando lo recidi.     Quando lo stacchi. Quando lo distacchi.     Il bene dal male.

No, io vi dico, ma divisione.       È quando il taglio,  è netto.   È secco. Preciso. Deciso.   Così si distingue bene.  Così si vede bene.    Cosa sta di qua,  e di la.

No, io vi dico, ma divisione.      È quando Dio è Dio.   E non è altro.    È quando il Signore  è il Signore.   E non un altro.      E non lo sporchi. E non lo inquini.  E non lo cambi.  E non lo scambi.    Con un altro.

No, io vi dico, ma divisione.       E davanti a Dio.   Puoi dire si.  Un si netto. Un si preciso. Un si deciso.   E diventi un si.   Un si vivo.  Al tuo Dio.

 

Saranno divisi tre contro due e due contro tre.      Se scegli Dio.    Quelli che non stanno dalla parte di Dio,  quelli che non vogliono Dio,    si mettono contro.    Ti vengono contro. Vengono fuori.  Saltano fuori.     E si distinguono da te.   E si sa chi sono.

Si divideranno padre contro figlio.     Se scegli Dio.  Anche se è tuo padre che non lo vuole. Anche se è tuo padre, che si mette contro.  Che ti viene contro.   Tu stai dalla parte di Dio.     E scegli Dio.  Più di tuo padre.

 

Se scegli Dio.     E vedi i mercanti del tempio, che sono contro Dio.  Che si sono presi Dio. Che si vendono Dio.  Che profanano Dio.      Non te li tieni.  Non li lasci fare.  Non li fai fare. Ma come Gesù,   li butti per aria.    Rovesci, ribalti.  Rivolti.    I loro carretti,  i loro progetti.      E  li scacci.    Li stacchi.  Li distacchi,  da Dio.      Perchè non sono di Dio.

È  il fuoco di Dio.    Che te lo fa fare.

 

 

 

 

 

 

Gesù bussa alla porta

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.   Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!  Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.  Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.  Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.  A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

 

 

“Il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se lo aspetta e a un’ora che non sa”.        E quando viene Gesù,  a te,   come ti trova ?

 

Con loro.

A fare il padrone,  come loro.    A fare il padrone, con loro.    A fare il padrone della vita degli altri.   A levare la vita agli altri.  Per loro.     E a perdere la tua anima.   In loro.

A fare tue,    le cose di Dio.    A prenderti  le cose di Dio.    A dissacrare le cose di Dio.      A sfregiare le cose di Dio.  Per loro.      E ti sei sfregiato tu.  In loro.

A fare il padrone,  pure di Dio.    A decidere chi è Dio.  Che deve fare Dio. Come deve fare, Dio.    Perché lo dicono loro. Come dicono loro.     Ma  Dio è il Signore.  L’unico Signore.  E non sono loro.    E ci sei cascato.  E ci sei caduto.  E sei precipitato. Come loro.    Ancora. Ora.  Per sempre.

 

Con Gesù.

Il servo sei tu.   Non sei il padrone   . E quello che ti ha dato Gesù,  non è tuo.  È suo.   Solo lui è il padrone.   Solo lui è il Signore.   Anche di te.

 

Il mio padrone tarda a venire.      Tanto non mi vede.  Tanto non lo sa.  Tanto non ci sta. Tanto che gli fa.   Tanto non torna.   Tanto non è per ora.   Tanto ci manca tempo. Tanto, faccio in tempo.

E cominciasse a percuotere i servi e le serve.      Non ti prendi cura di loro.   Anzi,  gli levi la cura.  Gli rubi la cura.   Gli neghi la cura.     Li lasci senza cura.

E cominciasse a percuotere i servi e le serve.      Non li proteggi dal male.    Anzi,  sei proprio tu che gli fai del male.   Che li fai stare male.   Che li fai  sprofondare nel male.  Che li fai cadere nel male.    Che li fai perdere nel male.

A mangiare, a bere e a ubriacarsi.     E pure a te, ti fai del male.  Ti lasci andare al male. Ti riempi del male.  Ti ubriachi di male.    E sei servo del male.  Non di Dio.

 

Il padrone di quel servo arriverà.    Ma Gesù, viene.    Sta alla porta.  Sta già la porta.  E lì che ti vede.  E i suoi occhi sono tristi. Angosciati per quello che vede.   Per come ti vede.

In un giorno che non se lo aspetta.     Non lo vedi. Non lo sai.   Ma ci sta.  Gesù ci sta.  Alla tua porta.   E non lo aspetti. E non te lo aspetti.   Non lo pensi.  Non ci pensi.  Non ci stai.  Se tu,  che non ci stai.

A un’ora che non sa.      Non la sai tu,  l’ora.    La sa Dio.  La decide Dio.  E non la puoi cambiare l’ora.    Non è tua l’ora. .  L’ora,  è di Dio.

La sorte che meritano gli infedeli.      La sorte l’hai scelta tu.  L’hai voluta tu. L’hai decisa tu. Perché non hai voluto Dio.   Perché  hai fatto fuori Dio.   Perché lo hai messo alla porta. Perché l’hai buttato fuori dalla porta.  Dalla tua vita.      E ti sei buttato fuori. Da solo.

 

A chi fu affidato molto.    Te le ha date Dio, le cose di Dio.  Te le ha affidate. Si è fidato di te. Conta su di te.  Punta su di te.  Ha scommesso su di te.

A chi fu affidato molto.    E per fare le cose che ti chiede , ti ha dato molto.  Di più.  Ti ha fatto capire di più.   Ti ha fatto sentire di più.  Ti ha dato una marcia in più.  Per fare le cose, che vuole lui.   E tu che fai?

Sarà richiesto molto di più.     Non te le tieni.   Non le dai a un altro  . Non le lasci marcire. Non le lasci finire.  Non le lasci morire.    Non te le vendi.  Non le svendi.   Non le neghi. Non le rinneghi.

Sarà richiesto molto di più.     Ma le fai,   le cose di Dio.   Le fai come vuole Dio.  Le fai, perchè le vuole Dio.   Eccolo  il tuo tesoro.  Lo metti  in Dio.   E in Dio triplica.  Moltiplica.    E ritorna a Dio.    Di più.  Molto di più.

 

E ce la fai.

 

 

 

 

 

 

 

Il ricco stolto

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».  E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

 

 

“Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.  E quello che hai preparato, di chi sarà?”  Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio.”                       E tu,   dove metti i tuoi beni ?

 

In loro.

Ti fanno,  grano.  Devi essere grano.    Così ti ammucchiano, nel loro granai.  Ti incastrano nei loro granai.    E ti incatenano ai loro granai.    Ma non sono di Dio.

Ti fanno,  mandria.   Devi essere mandria.   Così ti pascolano.  Così ti spingono.  Così ti orientano.    E ti marchiano.     E sei di loro.  Non di Dio.

E pure a Gesù, lo orientano.   Lo cambiano.  Lo fanno come loro.  E si fanno Dio.  Al posto di Dio.     Ma Gesù è Dio.   E Dio non si può cambiare.     Sono loro, che si sono ingannati.  Che si sono mentiti.   Che si sono venduti.     Ancora.  Ora. Per sempre.

 

 

In Dio.

Il bene più grande che hai,   sei tu.    E lo metti in Dio.    E ti metti in Dio.   E lo ritrovi in Dio.

 

Un uomo ricco.      L’uomo ricco,  sei tu.    I beni  li hai tu.    Sono i beni  che ti ha dato Dio. Che ci ha messo Dio,  in te.    Sono i beni di Dio.

Un uomo ricco.     L’uomo ricco,  sei tu.    Il bene sei tu.  Il bene che conta di più.  Che vale di più.    Dentro di te, ci sta l’impronta di Dio.   L’opera di Dio.   Il progetto di Dio. Per te.

Stolto.      Lo stolto, sei tu.    Se questo bene, lo fai tuo. Solo tuo.   Se lo dai a te.  Se lo tieni per te.    Se lo fai,  per te.

Stolto.      Lo stolto, sei tu.     Se questo bene, lo dai a un altro.   Se lo cedi, se lo passi, se lo vendi a un altro.    Se lo fai suo.  Solo suo.

Stolto.      Lo stolto, sei tu.    Se questo bene, lo tieni chiuso.   Lo tieni rinchiuso.  Se lo fai marcire.  Lo fai ammuffire.  Lo fai morire.   In te.

Stolto.     Lo stolto, sei tu.    Se il progetto di Dio in te,  non lo vuoi.  Non lo sai.  Non lo fai. Se non ci stai.

 

Ti sarà richiesta la tua vita.    Manco la tua vita,  è la tua.   Non te la dai tu. Non te la riprendi tu.   Te l’ha data di Dio.  L’ha fatta Dio.    E la riprende Dio.   E torna a Dio.

Chi accumula tesori per sé.   I beni che hai tenuto per te.  Che hai fatto tuoi. Che hai voluto tuoi,  non passano.    Non sono di Dio.   Non tornano a Dio.

Si arricchisce presso Dio.    I beni che hai messo in Dio.  Che hai fatto suoi. Che hai voluto suoi.   Passano.   Sono di Dio.   E tornano a Dio.

 

Si arricchisce presso Dio.     E ci hai messo il bene più grande, in Dio.  Te stesso.  E hai visto il progetto di Dio.  E hai capito il progetto di Dio.   E hai fatto il progetto di Dio. In te.

Si arricchisce presso Dio.    Nel progetto di Dio,  i beni di Dio sono aumentati.  Si sono moltiplicati.  Si sono triplicati.     Sono  nuovi.  Sanno di Dio.   Vengono da Dio.

Si arricchisce presso Dio.       E tornano a Dio.   Perché sono di Dio.   Passano a Dio. Perché sono già in Dio.   E li ritrovi in Dio.   Perché stanno in Dio.    E con te ci stanno.   Per l’eternità.

 

Allora si,   che sei felice  davvero.

 

 

 

 

 

 

 

Padre nostro

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:  “Padre,  sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno;  dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,  e perdona a noi i nostri peccati,  anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.  Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.  Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!»

 

 

“Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno”.                      E tu,   chi preghi?

 

Loro.

Te lo levano,   il Padre.     Ti dicono che devi fare senza.  Che devi stare senza.  Che sei senza.   Così hai solo loro. Così preghi sono loro.    Ma sono altro da Dio.  Non ci cascare.

Ti fanno solo.  Ti vogliono solo. Devi essere solo.    Così chiedi solo a loro.   Così implori solo loro.     Ma non ti danno  il pane.    Te lo levano.

Pure a Gesù, gli levano il Padre.   Lo staccano dal Padre.  Lo separano dal Padre.  E non è più Figlio.   E non è più Figlio di Dio.  E non è più Dio.     Ma Gesù  è Dio.  E nessuno lo può staccare.    Sono loro, che si sono staccati.   Sono loro, che si sono separati.  Da Dio. E da se stessi.     Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Il Padre.

Con Gesù.  Preghi il Padre.    Con Gesù.  Ci sta il Padre.    In Gesù,  lo trovi il Padre.  In Gesù,   lo ritrovi il Padre.    E non sei più  solo.

 

Padre.      Nessuno ce l’ha.   Un Dio che è Padre.      Nessuno ce l’ha.  Dio che è Padre. Nessuno ce l’ha.   Il Figlio che sta nel Padre.   E che è Dio,  pure lui.

Padre.     Nessuno ce l’ha.    Che puoi stare,  tra il Padre e il Figlio.    Nessun non ce l’ha. Che tu puoi stare,  nel Padre e nel Figlio.     Nessuno ce l’ha.   Una preghiera così.

Sia santificato il tuo nome.    Nessuno ce l’ha.   Che puoi stare,  nel nome del Padre.  Che puoi entrare,  nel nome del Padre.   Che puoi respirare  nel nome del Padre.   La santità del nome del Padre.

Venga il tuo regno.     Nessuno ce l’ha.    Che il Padre  ti dà un regno.   Che il Padre,   ti da  il suo regno.  Che puoi stare nel regno del Padre.   Che puoi stare  nella maestà del Padre.

Venga il tuo regno.       Non il mio.    Non quello che voglio io.   Non come voglio io.  Non perché lo voglio io.     Ma il tuo regno.    Quello che vuoi tu.  Come lo vuoi tu.    Perché lo vuoi tu.   Padre.

 

Chiedete e vi sarà dato.     A quante persone chiedi. A quante persone hai chiesto. Quante persone hai implorato.    E nessuno ti ha dato.    Perché non lo chiedi  al Padre?

Cercate e troverete.    In quanti posti hai cercato.  Quante volte hai cercato.  Ma non hai trovato.     Perché non cerchi  nel Padre?

Bussate e vi sarà aperto.    A quante porte hai bussato . Quante volte hai bussato.  E nessuno ti ha aperto     . Perché non bussi  alla porta del Padre?

Chiunque chiede riceve.     Se lo chiedi al Padre.  Che non te lo da?   Lui aspetta che lo chiedi.     Lui aspetta che lo chiedi  a lui.

Chi cerca trova.      Se lo cerchi nel Padre.  Lo trovi.    Lui ti aspetta li.    Aspetta che cerchi lui.    Prima cerchi lui.  E poi trovi.     Perché hai trovato lui.

A chi bussa sarà aperto.      Se bussi alla porta del Padre.  Lui ti apre.     Lui aspetta che bussi a quella porta.   Lui ti aspetta a quella porta.    E si apre non solo la porta.  Ma anche quello che prima era chiuso.  Quello che prima era bloccato.

 

Il Padre vostro del cielo.       È Dio,   il primo Padre.    Il tuo primo Padre.   Il tuo vero Padre. Che ti ha voluto  per primo.  Che ti ha pensato, per primo.  Che ti ha fatto, per primo.   Che ti amato,   per primo.

A quelli che glielo chiedono.     Se glielo chiedi. Se glielo chiedi veramente.  Se lo chiedi a lui. E non ad altri.    Se preghi lui. E non altri.    Se ci metti  lui.  E non altri.    Se metti al primo posto lui.  E non altri.

Darà lo Spirito Santo.      E allora il Padre.  Non ti da solo quello che chiedi.    Ti da di più, molto di più.     Ti da quello che solo lui ti può dare.   Lo Spirito Santo. Il suo stesso Spirito. Lo Spirito con cui ha fatto tutto.    Con cui ha creato tutto.    Lo Spirito che è capace di fare tutto.

 

Ecco  che ti da.                                                                                                                      Se glielo  chiedi.

 

 

 

 

 

 

 

Marta e Maria

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.   Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.   Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

 

 

“Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.  Marta invece era distolta per i molti servizi.”          E tu,    ai piedi di chi stai ?

 

Di loro.

Ti mettono, a terra.  Ti buttano a terra.   Ti fanno crollare a terra.  Loro.    Ai loro piedi.   E ti schiacciano, sotto i loro piedi.        Ma non sono Dio.   Sono altro da Dio.   Non ci cascare.

La loro parola,   te la sbattono dentro.    Te la incastrano dentro.   Te la inchiodano dentro. Solo quella devi ascoltare.  Solo quella ci deve stare.      Al posto di Dio.   Non ci cascare.

Pure a Gesù,   lo mettono, ai loro piedi,  sotto i piedi.    La deve ascoltare lui,  la loro parola. Gli fanno dire,  la loro parola.     Ma Gesù è Dio  . E nessuno  la può cambiare.   Sono loro,  che si sono messi  sotto i piedi.     Che si sono calpestati.   Che si sono pestati.   Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Di Gesù.

Davanti a Gesù,   ti metti ai suoi piedi.   Stai ai suoi piedi.    Perché Gesù  è Dio.   E solo davanti a Dio ,    ti getti ai suoi piedi.

 

Marta invece era distolta per i molti servizi.     Hai gli occhi  sulle cose che fai.  Hai il cuore sulle cose che fai.     Al centro ci stanno,  le cose che fai.     Al centro ci stanno,   le cose. Non Gesù.

Era distolta per i molti servizi.      Conti tu,  che fai.    Conti tu,  perché fai.   Conti tu,  per quanto fai.     Conti tu.  Più di Gesù.     Al centro ci sei tu.    Non Gesù.

Dille dunque che mi aiuti.        Ti tiri,  pure gli altri.    Anche gli altri, devono avere al centro le cose che fai tu.    Anche gli altri devono avere al centro,  tu.     Non Gesù.   E li distogli.  Li togli.  Da Gesù.

Marta Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose.    Te lo dice Gesù.   Corri dietro alle cose. Stai dietro alle cose.  Stai dentro alle cose.  Dipendi dalle cose.    Ti portano loro.  Stai con loro.   Non con Gesù.

Di una cosa sola c’è bisogno.        Una cosa sola conta.   Una cosa sola vale.  Una cosa sola serve.    Di una cosa sola,  non si può fare a meno.     Di una cosa sola,  non devi fare a meno.       Del Signore.  Del Signore Gesù.    Di Dio.

 

Maria ha scelto la parte migliore.     Maria ha messo al centro Gesù.   Ha messo prima Gesù.   Ha messo sopra a tutto Gesù.    Più Gesù. Di tutte le cose.   Più Gesù, di tutti.

Maria ha scelto la parte migliore.     Maria  ha scelto.    È una scelta Gesù.   Gesù vuole essere scelto.   Perché l’amore vero è una scelta.    L’amore vero prima  deve essere scelto.   Prima vuole essere scelto.    Più  di altri amori.   Più di sé.

Che non le sarà tolta.       Se scegli Gesù.   Scegli Dio.    E lui sceglie te.    E nessuno te lo può levare.    Nessuno lo può toccare.   Nessuno se lo porta via.    Nessuno te lo porta via.

 

Che non le sarà tolta.     Se ci sta Gesù.  Ci stanno pure le cose.   Ci stanno tutte le cose. Perché Gesù è Dio.   E in Dio,  ci stanno tutte le cose.

Che non le sarà tolta.     E in Gesù, le ritrovi,  le cose da fare.  E in Gesù ci stanno, le cose da fare.    E in Gesù le sai,  le cose da fare.    E in Gesù, si fanno le cose da fare.  Si fanno da sole.  Vengono da sole.   Riescono da sole.   Sempre.

Che non le sarà tolta.     E non ti prendono il cuore,  le cose da fare.    Perché vengono da Gesù.    E non ti rubano il cuore,  le cose da fare.  Perché sono di Gesù.   E non ti portano via,  le cose da fare.   Perché tornano a Gesù.

Che non le sarà tolta.    E in Gesù ritrovi, pure te.  Ci stai pure tu.  Ti ha fatto lui. Stavi in lui, già da prima.    E se sta in lui.    Stai,  pure in te.

 

E come Maria,  ti siedi davanti a Gesù.   Ti metti ai piedi di Gesù.   E stai li, ai piedi di Gesù. Ai piedi del Signore.    E ascolti il Signore.  Ti apri al Signore.  Lasci entrare  il Signore.  E fai fare,  a lui.     E ti fai fare,  da lui.

E il Signore fa.   Le cose di Dio.

 

 

 

 

 

 

Il buon Samaritano

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

 

 

“Un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite.”     E tu, che fai?

 

Come loro.

Non vogliono loro,  che gli stai vicino.     Non devi stargli vicino.  Non ti fanno stare vicino. Ti dicono che lo devi scansare.  Che non lo devi toccare.    E passi oltre.    Altro che fermare.

Te lo fanno pestare loro,   l’altro.    Te lo mettono sotto i piedi.   Te lo fanno calpestare.  Te lo fanno umiliare.  Te lo fanno ferire.   Te lo fanno finire.      Altro che fermare.

E pure a Gesù,    lo hanno scansato,  loro.    Lo hanno schivato.  Lo hanno levato dalla loro strada.     Non ci deve stare sulla loro strada.    Hanno altro da fare, loro.    Ma Gesù è Dio.  E Dio non si può levare.      Sono loro, che si sono scansati.   Che si sono scalzati.    Che si sono levati,  da Dio.      Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Come il Samaritano.

Il Samaritano   è come Gesù.   È Gesù.     Se fai come lui,  fai come Gesù.   Come Gesù,  ti prendi cura di lui.    E anche di te.

 

Cadde nelle mani dei briganti.         Quello,  sei anche tu.      Sei caduto nelle loro mani.      Ti tengono nelle loro mani.   Ti hanno pestato a sangue.   Ti hanno fatto uscire il sangue.  Si sono presi il tuo sangue.     E ti hanno lasciato mezzo morto.    A terra.

Passò oltre.      Lo vedi,   quello che ti passa vicino.    Lo chiedi il suo aiuto,  con gli occhi. Lo implori il suo aiuto.  Lo invochi il suo aiuto.    Ma in lui Dio,  non ci sta.  Gesù non ci sta. E passa oltre.

 

Un Samaritano vide.     Ti vede.   Il suo volto nel tuo.  I suoi occhi nei tuoi.    E lo vedi che non è solo un volto.   Che ci sta il volto di Gesù.   Che sono gli occhi di Gesù. Che si sono posati su di te.   Che si sono chinati su di te.

E ne ebbe compassione.     Lo senti  che non è solo il suo cuore.   Che ci sta il cuore di Gesù.  Che si è chinato su di te.   È il cuore di Gesù, che soffre per te.  Che soffre con te. Per quello che ti hanno fatto.   Per come ti hanno ridotto.     Per come ti sei ridotto.

Gli si fece vicino.   Si fa vicino.  Diventa vicino.  Diventa prossimo.   Vicino a te.  Prossimo a te.   Prossimo tuo.    Quello che vuole starti vicino.  Quello che ha scelto di starti vicino. Quello che ti si fa vicino.      Il tuo prossimo.

Gli fasciò le ferite.    Quello sguardo,  ha già fasciato le ferite del tuo cuore. Quello sguardo ha già curato le ferite del tuo cuore.    Quelle mani ora toccano le tue ferite.  Sono le mani di Gesù.

Versandovi olio e vino.    È Gesù, che cura le tue ferite.  Ci mette dentro le tue ferite, il vino. Il suo corpo il suo sangue.    E le consola. E le ripara.  E le risana.

 

Lo caricò sulla sua cavalcatura.       Ora Gesù,  ti prende su di sé.   Ti porta su di sé. Ti carica sulle sue spalle.   Come ha fatto con la sua croce.  Ora lo fa  con la tua croce.   È la tua croce  che ora sta sulle spalle di Gesù.    È  la tua croce che ora è portata da Gesù.

Abbi cura di lui.    Anche altri, devono avere cura di te.   Anche altri devono prendersi cura di te.  Anche altri devono proteggere te.    A questo li chiama Gesù.   Glielo chiede Gesù.

Te lo pagherò al mio ritorno.    E saranno ricompensati,  per quello che hanno fatto.   È Dio che ricompensa.  È Dio che li riempie.   È Dio che li ripaga.    Per quello che hanno fatto.

 

Se Gesù lo ha fatto con te,    ora ce la fai  a farlo con l’altro.   Ora puoi farlo con l’altro. Come ha fatto lui.

Non lo lasci per terra,  l’altro.     Lo raccogli.  Lo sollevi.    Lo tiri su.  Lo porti su.  Lo metti sulle tue spalle, il suo dolore.    Lo carichi sulle spalle,   il suo dolore.

E lo curi il suo dolore.     E non lo lasci più,   fino a quando non è passato il suo dolore. Perché è anche il tuo.

Ce lo ha messo Gesù,   sulla tua strada.    Te lo ha dato Gesù.     Perché ti aspetta Gesù, in lui.   Sulla tua strada.      Perché incontri Gesù,  in lui.    Sulla tua strada.

Ecco chi è   il tuo prossimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Li inviò a due a due

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.  Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.  In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.  Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».  I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

 

“Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”.                                                                      E tu,   da che parte stai ?         Di Gesù,  o dei lupi?

 

Dei lupi.

Hai scelto i lupi.     Stai con i lupi.  Vuoi i lupi.    E sei diventato  come loro.   Un lupo.  Non sei più agnello.      Ti sei mangiato da solo.  Ti sei divorato da solo.

E anche gli altri,  devono essere come te.    Lupi come te.  Lupi per te.    E te li mangi.  E li divori.   E li fai diventare lupi.       E non ci stanno più agnelli.  E non ci stanno più pastori.

E pure a Gesù, te lo mangi.     Lo fai fuori.    Perché lui lo sa,  chi sei.    Lui lo sa,  che fai. Solo lui  ti può fermare.    Ma Gesù è Dio.   E Dio non si può toccare.       Sono  solo loro,  che si sono sbranati.    Sono loro,  che si sono  straziati.       Ancora. Ora. Per sempre.

 

 

Di Gesù.

Hai scelto Gesù.   Stai con Gesù.  Vuoi Gesù.   Ti fai portare da Gesù.  Ti fai fare da Gesù.  Fai fare a Gesù.

 

Non portate borsa.     Non porti i soldi.    Porti Gesù.  Gesù è il tuo tesoro. Gesù è il tuo oro. Nessuno lo può rubare.    Sei tu, che lo puoi donare.

Né sacca.     Non ti serve la sacca.   La tua bisaccia,  la riempie Dio.   Lo sa lui quello che serve.   Quello che ti serve, davvero.       Vuota di altro. Piena di Dio.    Più è vuota di altro. Più è piena di Dio.    Quello che porti,  è Dio.

Né sandali.      Non ti appoggi su altro.   Non ti basi su altro.   Non ti fondi suo altro.   Gesù è la tua base.    Solo lui ti può portare. Solo lui sa dove andare.     È Gesù,  i tuoi sandali.

E non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.      E per strada,  non ti fermare.   Non ti inchinare. Davanti a nessuno.    Non ti gettare ai piedi,  di nessuno.    Non baciare i piedi, di nessuno.     Non ti far fermare,   da nessuno.

 

Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome.      Non si sottomettono a te. Ma al nome di Gesù.    Perché il nome di Gesù , è il nome di Dio.   E il nome di Dio,  è Dio. E Dio  è più grande di loro.    E Dio  sta sopra a loro.

Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore.      Nel nome di Gesù.    Satana cade. Ancora.    Precipita dal cielo. Ancora.    Come una folgore.    Subito.  In un baleno. Come un baleno.      Ecco cosa fa  il nome di Gesù.     Fulmina  Satana.

Vi ho dato il potere di camminare.        Il nome di Gesù.    Fulmina tutto il veleno di Satana. E non ti tocca più,  il veleno   E non ci sta più,  il veleno.  E non è più veleno.   E non ti fa morire.

Sopra tutta la potenza del nemico.     Il nome di Gesù.     Fulmina tutto il potere di Satana.  Incenerisce   il potere di Satana.    E non è più un potere.   E non ha più potere.   Su di te   e gli altri.

Nulla potrà danneggiarvi.       Nel nome di Gesù.     Il  male non ti fa più male.  Non ti fa stare male.     Non ti tocca più.   Non ci sta più.

 

Nel nome di Gesù.      Con il nome di Gesù.    Ora ci sta anche il tuo nome.     Lo ha scritto Gesù,   insieme al suo.

Il tuo nome ora,  è scritto nei cieli.

 

 

 

 

 

 

 

Corpus Domini

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».  Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.  Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.    Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

 

 

“Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”.                         E per te,     ci sta Gesù,   nell’Ostia consacrata ?

 

Non ci sta.

Ti dicono,  che non ci sta.    Che ci sta a metà.   Che ci sta un poco.  Che ci sta per poco.  E poi se ne va.     Non ci cascare.

Ti dicono,   che ci sta.     Ma se ce lo metti tu.   Se lo pensi tu.   Se lo vuoi tu.   Come se fosse tuo,  Gesù.     Come se fossi tu,  Gesù.    Non ci cascare.

Ti hanno levato Gesù,    dall’Ostia consacrata.    L’hanno svuotata,  di Gesù.  La hanno privata, di Gesù.   Hanno fatto un’ostia, senza Gesù .  Ma Gesù è Dio.  E Dio ci sta uguale. Sono loro,  che si sono svuotati di Dio.  Che si sono privati di Dio.  Che non ci stanno più. In Dio.    Ancora. Ora.  Per sempre.

 

 

Ci sta.

Ci sta Gesù,   nell’Ostia consacrata.     Ci sta tutto.  Ci sta davvero.  Ci sta sicuro.  Ci sta intero.   Ci sta sempre.   Anche se non lo pensi. Anche se non ci stai. Anche se non lo sai. Anche se te ne vai.

 

Voi stessi date loro da mangiare.  Gesù lo sa che tu non puoi. Che non ce la fai.  Ma prima devi capire,   che non ce la fai.     Che il tuo pane non ci arriva.  Che il tuo pane non basta.  Che il tuo pane non la calma.   La fame che hai di Dio.

Non abbiamo che cinque pani e due pesci.      Ecco,  quello che hai,   lo metti nelle mani   di Dio.    Lo passi a Dio.   Non fai tu.  Lasci fare a Dio.    Ti apri a Dio.   Ti metti tu,  nelle mani di Dio.   Ora sei pronto.

 

Egli prese i cinque pani e i due pesci.      Quel pane, nelle sue mani.   Nella messa sono le sue mani,   che prendono quell’Ostia.   E quell’Ostia sta nelle sue mani.  Nelle mani di Dio. Non nelle tue.

Alzò gli occhi al cielo.    Ora quello che fa,  non lo fa da solo.   Lo fa con il Padre.   Alza gli occhi al cielo.  Guarda al Padre.   Mette i suoi occhi negli occhi del Padre.   E lo fa insieme al Padre.     Perché lo vuole anche il Padre.

 

Recitò su di essi la benedizione.       E sono le mani di Gesù  e le mani del Padre,   che stanno su quell’Ostia.    Non le tue.    E sono le mani del Figlio e del Padre,   che fanno scendere lo Spirito Santo,   dentro a quell’Ostia.   Non le tue.

Recitò su di essi la benedizione.      È lo Spirito Santo che cambia quel pane.  E trasforma la sostanza.      Non la forma.  Non  l ‘apparenza.   Non quello che appare.   Non di fuori.     Lo cambia dentro.   Nella sostanza.   Nella essenza. .    Nella parte che conta.

Recitò su di essi la benedizione.      E ora dentro,    non ci sta più il pane.    Ci sta il corpo e il sangue di Gesù risorto.     Ci sta l’anima e la divinità,  di Gesù risorto.

Recitò su di essi la benedizione.     E di fuori,   vedi il pane.   Vedi solo il pane.   Perché se non vedi il pane,   sei obbligato a credere.   Sei costretto a credere.   E non sei più libero di credere.      L’amore vero,  vuole essere scelto.      Dio,  vuole essere scelto.

 

Li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.      È quel corpo spezzato  e quel sangue versato,    che si spezza e si versa ancora,   in ogni Messa.    E si fa in due. E si fa in quattro.   E si moltiplica.    Per nutrire te.   Per nutrire tutti,  di Dio.    E non finisce mai,  il corpo di Dio.      Non finisce mai,  Dio.

 

Se tu lo sai,   che in quell’ostia  ci sta veramente,    il corpo e il sangue  vivo e vero,   del Figlio di Dio,  di Dio.      Allora si,  che ci vai.    Allora si, che ci corri.   Allora si,  che ci stai.   Ai suoi piedi.

Quel sangue,   è quello che ti salva.   Davvero.                                                                   Una goccia di quel sangue,   salva  il mondo intero.